La realtà dei fatti dice che ad oggi non sono disponibili sufficienti dosi di vaccini anti COVID-19 per procedere in tempi brevi alla somministrazione di massa e infliggere così un colpo decisivo alla pandemia. Tocca dunque procedere a scaglioni: prima i medici e gli operatori sanitari, poi gli over 80, successivamente chi lavora nel mondo della scuola. Così le autorità sanitarie hanno deciso di gestire le fiale fin qui ricevute, ma in Lombardia per saltare la fila basta un click. O meglio, per fortuna, bastava.
Un link per prenotare il vaccino in Lombardia
Per settimane nelle chat di WhatsApp, tra le caselle di posta elettronica e in alcuni gruppi social è circolato un link che, incredibilmente, ha consentito a chiunque di effettuare la prenotazione. A parlarne per prima la redazione di Radio Popolare (link al report integrale a fondo articolo), segnalando alcuni casi di persone riuscite a ricevere l’iniezione presso lo hub milanese dell’ASST Santi Paolo e Carlo.
Come hanno fatto? Semplicemente aprendo il collegamento contenuto nel messaggio inoltrato in origine via posta elettronica al personale sanitario e sociosanitario avente diritto alla vaccinazione. Questa una delle testimonianze raccolte.
Ho fissato l’orario e tempo dieci minuti ho avuto la mail di conferma per andare il giorno 8 marzo alle 12.05 presso l’ospedale militare di Baggio. Non ci credevo fino in fondo ma quando sono arrivata qui, incredibilmente, ho verificato che ero davvero in lista! Pensavo mi avrebbero chiesto chi sono, cosa faccio, se avessi diritto in quanto appartenente a una determinata categoria. Invece, niente.
Il link in questione, ora non più funzionante, portava a un modulo da compilare inserendo nome, cognome e codice fiscale. Nel giro di pochi minuti la conferma, poi giunti all’appuntamento con la somministrazione era sufficiente mostrare un documento di identità.
Quanti furbetti hanno approfittato della falla? Pochi secondo Giorgio Cattaneo, direttore sociosanitario della ASST, una media di tre a settimana. Queste le sue parole raccolte da Radio Popolare.
Certo, ci sono dei controlli per verificare che il link non venga utilizzato da persone che non ne hanno il diritto, ma sono controlli che possono essere bucati.
Il timore è che ne siano stati scoperti pochi a fronte di molti passati inosservati. La responsabilità viene rimbalzata a Regione Lombardia che ha approntato il sistema di gestione delle prenotazioni senza prevedere alcun controllo capace di tener conto del reale diritto a ricevere la somministrazione. Già chiesti gli atti per far luce sull’accaduto ed eventualmente chiamare in causa chi ne ha approfittato.