Com’è fatto un vaccino per COVID-19? L’artista britannico Luke Jerram ha provato a spiegarlo a modo suo, creando una riproduzione di quello AstraZeneca (sintetizzato in collaborazione con l’Università di Oxford), in vetro e un milione di volte più grande rispetto alla nanoparticella inoculata a chi si sottopone alla somministrazione.
Luke Jerram trasforma il vaccino AstraZeneca in un’opera
L’opera ha un diametro pari a circa 34 centimetri ed è stata realizzata per celebrare la soglia dei 10 milioni di vaccinazioni eseguite nel Regno Unito. Lo stesso Jerram è stato infettato dal coronavirus nel mese di novembre e nonostante la guarigione afferma di non aver ancora del tutto recuperato l’olfatto e di avvertire disturbi all’udito. Queste le sue parole.
Durante la riabilitazione mi è stato chiaro che la prossima opera sarebbe stata dedicata al vaccino, il nostro modo per uscire da questa crisi globale, come tributo agli scienziati e alle squadre di medici che hanno lavorato collaborando in tutto il mondo alla lotta al virus.
La scelta del materiale impiegato non è casuale: si tratta dello stesso tipo di vetro borosilicato usato dai ricercatori per la strumentazione dei laboratori.
Sono cinque le copie dell’opera create, messe in vendita al fine di raccogliere fondi da destinare alla campagna di Medici Senza Frontiere per la lotta a COVID-19. Nel marzo dello scorso anno aveva riservato lo stesso trattamento all’agente patogeno responsabile della pandemia (nell’immagine qui sotto), raccogliendo circa 20.000 euro per la stessa causa.