Vaccino obbligatorio per tutti gli over 50, senza alcun tipo di distinzione tra occupati, disoccupati e pensionati. È quanto stabilito dal Governo, con le nuove imposizioni e restrizioni anti-COVID incluse nel decreto legge approvato questa sera dal Consiglio dei Ministri n. 55. La decisione si è già rivelata capace di provocare non poche tensioni all’interno dell’Esecutivo in sede di confronto e di certo non mancherà di far discutere l’opinione pubblica. Del tutto lecito prevedere una spaccatura ancora più netta tra il fronte No Vax e il resto della popolazione.
Nuovo decreto: vaccino obbligatorio e smart working
A partire dal 15 febbraio, dipendenti e collaboratori over 50 di tutte le aziende (di ogni categoria e settore, pubblico e privato), potranno svolgere le loro mansioni solo se in possesso del Super Green Pass (o Green Pass rafforzato) rilasciato con la somministrazione del vaccino o in seguito alla guarigione. Non saranno dunque più in grado di farlo con il solo esito negativo del tampone. Lo stesso vale per tutto il personale sanitario, senza limiti di età, equiparato così a quello scolastico. Cerchiamo di riepilogare quanto scritto fin qui nel modo più chiaro possibile, indicando le date di inizio e fine dei provvedimenti:
- vaccino obbligatorio per tutti gli over 50 (fino al 15 giugno, dunque anche per chi li sta per compiere);
- Super Green Pass obbligatorio sul lavoro per tutti gli over 50 (a partire dal 15 febbraio).
Fanno ovviamente eccezione coloro per i quali, a causa di patologie pregresse o altri potenziali problemi accertati, la somministrazione potrebbe costituire un fattore di rischio.
Previsto inoltre un ritorno allo smart working laddove possibile, sia nel pubblico sia nel privato, seguendo le indicazioni contenute nelle linee guida definite nei mesi scorsi. Con buona pace di chi (Renato Brunetta in primis) non lo ritiene necessario per la Pubblica Amministrazione. Seguiranno circolari dei ministeri competenti.
Tornando al Super Green Pass, non sarà necessario esibirlo per l’accesso ad uffici pubblici o altre attività come banche, centri commerciali, parrucchieri ed estetisti, come invece ipotizzato fino al tardo pomeriggio in Cabina di Regia. Sarà sufficiente quello base.
Nuovo decreto: scuola e didattica a distanza
In merito alla scuola, il Governo ha optato per una riapertura totale nei tempi previsti e con le modalità già stabilite, entro il 10 gennaio su tutto il territorio nazionale. Dunque, nessun rinvio per il rientro in aula, ma soglia d’attenzione elevata per la gestione dei positivi e conseguente quarantena delle classi, con eventuale ricorso alla didattica a distanza, tenendo conto di parametri quali la fascia d’età, il numero dei malati e la tipologia dell’istituto. Restando in tema, già entro i prossimi giorni prenderanno il via le somministrazioni delle terze dosi agli over 12. In breve:
- nelle scuole dell’infanzia, già con un solo caso di positività scatta la sospensione delle attività per dieci giorni;
- nelle scuole elementari, con un caso di positività prosegue l’attività in presenza effettuando test rapido o molecolare subito e dopo cinque giorni, mentre con due o più casi si passa alla DaD per dieci giorni;
- nelle scuole medie e superiori, con un caso di positività si prosegue l’attività in presenza con autosorveglianza e utilizzo delle mascherine FFP2 in aula, mentre con due casi in una classe passano in DaD coloro che hanno concluso il ciclo vaccinale primario o sono guariti da più di 120 giorno e che non hanno ricevuto la dose booster, se i casi sono tre o più tutti in didattica a distanza.
Il colpo più duro fin qui inferto ai No Vax
L’ennesimo giro di vite nei confronti di coloro che ancora non hanno aderito alla campagna vaccinale si è reso necessario in considerazione dell’andamento della curva dei contagi, che negli ultimi giorni ha fatto registrare un’ulteriore impennata (oltre 189.000 nuovi casi oggi), con la variante Omicron sempre più diffusa. La priorità è ora mantenere la situazione sotto controllo, anche per quanto riguarda le ospedalizzazioni, scongiurando così il rischio di dover ricorrere a misure più drastiche come quelle già adottate da altri paesi.
Per la prima volta da un anno a questa parte, da quando sono disponibili i vaccini anti-COVID, si slega il concetto di obbligo vaccinale dai requisiti richiesti per lo svolgimento di una professione o per la fruizione di un servizio. Tutti gli over 50 sono chiamati a sottoporsi alla somministrazione, anche se non lavorano e non per accedere ad alcuna attività in particolare, senza più possibilità di sottrarsi se non disponendo di un’esenzione certificata da un medico.
Vedremo con quali modalità il Governo intende far rispettare il colpo più duro fin qui più assestato al fronte No Vax e gestire l’attribuzione delle responsabilità per eventuali effetti avversi, attualmente scaricata sul cittadino con la firma del consenso informato.