Firenze – Negli ultimi tempi si è fatta frequente la possibilità di diventare utenti di una compagnia telefonica, o di particolari servizi, senza esserne consapevoli. Spesso la colpa non è delle telco ma di alcuni agenti disinvolti che agiscono in modo truffaldino, e il problema resta in capo agli utenti che si ritrovano da pagare bollette inaspettate. In loro soccorso arrivano le raccomandazioni di Aduc .
L’associazione richiama infatti all’attenzione dei consumatori alcuni episodi legati a contratti che risultano sottoscritti (ma che non lo sono mai stati realmente) tra molti utenti e Tele2 e che ricordano da vicino situazioni simili avvenute ai danni di alcuni inconsapevoli utenti di Tiscali .
Sembra però che ultimamente l’operatore più preso di mira da questo tipo di iniziative truffaldine, e di cui esso stesso cade vittima, sia proprio Tele2 e per questo Aduc avverte i consumatori: “Attenzione agli operatori di Tele2 che chiamano a casa per promuovere contratti di telefonia. Ci sono giunte moltissime segnalazioni di utenti che si sono ritrovati clienti di Tele2 loro malgrado”.
“Funziona così” – spiega l’associazione – “Gli operatori, nel chiedere il consenso, rassicurano il potenziale cliente che nessun servizio sarà attivato fino a quando lo stesso non riceverà, firmerà e spedirà indietro un contratto firmato. In realtà, il cliente sta stipulando telefonicamente un contratto, valido a tutti gli effetti. Qualche mese dopo, il cliente (a cui spesso non è arrivato alcun contratto cartaceo) riceve la prima bolletta e scopre di essere divenuto utente di Tele2. Ma a quel punto è troppo tardi per esercitare il recesso senza spese e lunghe trafile burocratiche che spesso portano anche all’interruzione del servizio telefonico”.
La dinamica, in verità, può essere applicata in qualunque caso a prescindere dalla compagnia telefonica. Come prevenire? Queste le raccomandazioni di Aduc:
“Prima di tutto, mai stipulare un contratto telefonicamente, perché si > accettano tutte le clausole senza averle lette. Dire sempre di no all’operatore, specialmente quando questi chiede di registrare la conversazione ed il vostro consenso. Se si è interessati all’offerta, chiedere esclusivamente l’invio delle condizioni contrattuali (o dove poterle reperire su Internet), dicendo che eventualmente sarete voi a chiamare per attivare il servizio”.
I suggerimenti sopra indicati valevano per prevenire. Quelli che seguono valgono invece per curare:
“Se invece si è già dato il proprio consenso a seguito di una conversazione telefonica:
– se non sono trascorsi ancora 10 gg lavorativi da quando il servizio è stato attivato, si potrà recedere senza alcuna spesa inviando al gestore una raccomandata A/R.
– se sono trascorsi più di 10 gg lavorativi da quando il servizio è stato attivato, inviare immediatamente al gestore una lettera raccomandata A/R di messa in mora, in cui si chiede il ripristino del gestore precedente ed un risarcimento del danno. Fare anche una segnalazione dell’accaduto ed una richiesta di intervento al Garante delle Comunicazioni “.
“Infine – conclude Aduc – la migliore arma dell’utente è la conoscenza dei propri diritti, che spieghiamo in questa scheda pratica , dove sono disponibili anche moduli per mettere in mora il gestore”.
Diritti che sono tutelati, ora in misura rafforzata, dall’applicazione dell’atteso regolamento varato dall’Agcom, che porta a nuove e semplificate procedure di conciliazione.