Roma – Valve Corporation è tornata a fare videogiochi, anche se non c’è (ancora) alcuna conferma ufficiale dell’esistenza di Half-Life 3: a parlare del ritorno allo sviluppo attivo è stato Gabe Newell in persona, confessando tra l’altro la “gelosia” nei confronti di un’azienda come Nintendo che ha la capacità di controllare l’esperienza videoludica nella sua totalità.
La rivelazione – che in realtà non rivela alcunché di nuovo – è arrivata durante una presentazione di Artifact , nuovo gioco di carte collezionabili in sviluppo da Valve il cui annuncio, mesi or sono, fu accolto dalle lamentele – letterali – di chi si aspettava qualcosa di più sostanzioso dall’azienda che aveva già rivoluzionato il mercato videoludico su PC più e più volte.
Artifact è solo uno dei “diversi” giochi in sviluppo presso gli uffici di Valve, ha detto Newell , una “buona notizia” per una corporation che si era finora limitata a incamerare i profitti del digital delivery di Steam o al massimo a gestire l’infrastruttura di rete di un’esperienza multiplayer come DOTA 2.
Come già noto da qualche mese, dopo Artifact Valve dovrebbe completare almeno una nuova esperienza in single-player completa e altri tre giochi in realtà virtuale, mentre non è al momento chiaro se l’annuncio di Newell riguarda ulteriori progetti già in via di sviluppo presso il publisher.
Il pensiero di molti appassionati va però alla possibile continuazione della storia di Half-Life, una saga che si è imposta (grazie soprattutto ad Half-Life 2) come una delle migliori esperienze interattive di ogni tempo e piattaforma – osceno doppiaggio italiano a parte – ed è poi finita nel dimenticatoio dopo l’uscita di Half-Life 2: Episode Two.
Il ritorno di Half-Life servirebbe a lenire le ferite di un fandom che in questi anni ha digerito di tutto, incluse le pessime imitazioni che non hanno fatto altro che evidenziare l’unicità dell’universo videoludico di HL e la frustrazione di un percorso apparentemente destinato a rimanere incompiuto.
Qualche che sia il futuro di HL, in ogni caso, Newell ci ha tenuto infine a dichiarare la sua “gelosia” per un business come quello di Nintendo: la casa nipponica può permettersi di gestire la realizzazione sia dell’hardware che del software di un’esperienza interattiva, ha detto Newell, e l’esperienza accumulata da Valve in tal senso verrà messa a buon frutto nel prossimo futuro.
Alfonso Maruccia