Il gruppo francese di consumatori UFC Que Choisir ha deciso di ricorrere alla giustizia per contestare la validità della licenza imposta da Valve agli utenti della sua piattaforma di streaming di giochi Steam .
La questione , in particolare, è quella delle condizioni d’uso della piattaforma Steam di Valve, secondo cui i videogame acquistati da un utente sono per contratto vincolati ad esso come unico detentore e quindi non rivendibili.
Già l’associazione tedesca Verbraucherzentrale Bundesverband (VZBV) ha avviato da tempo azioni contro le politiche di Valve: le condizioni d’uso che legano un prodotto acquistato al primo proprietario sarebbero contrarie al principio di esaurimento del diritto di distribuzione che spetta originariamente al detentore dei diritti, secondo cui, analogamente alla dottrina statunitense del first sale , il primo acquirente può poi scegliere di regalare o vendere a terzi un prodotto protetto da proprietà intellettuale. A differenza di un caso simile affrontato dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea relativamente al sito usedSoft che permetteva di rivendere licenze Oracle “di seconda mano”, la Corte di Berlino ha tuttavia per il momento archiviato il caso e confermato la validità del contratto di licenza imposto da Valve.
Ora, dunque, è il turno dell’attacco dei consumatori francesi, che oltre ad contestare a Valve il blocco del mercato di seconda mano, puntano il dito contro le politiche dell’azienda relativamente agli eventuali rimborsi sugli account Steam Wallet, la rivendicazione da parte della proprietà intellettuale sugli user-generated content e l’imposizione della normativa di protezione dei consumatori di Lussemburgo come l’unica valida indipendentemente dalla nazionalità dell’utente.
Claudio Tamburrino