Non sarà più necessario stringersi davanti al PC in affollate sessioni di gaming collettivo o forzare sistemi DRM per riconquistare il diritto a prestare un contenuto legalmente acquistato: Valve, per lasciare assaporare ai propri utenti i giochi tanto osannati dagli amici, promette ora la possibilità di condividere i titoli fra diversi account Steam. Ma con limitazioni che non lasciano indifferenti i più.
La nuova funzione, denominata Condivisione familiare di Steam e disponibile a breve in beta per gli utenti che ne faranno richiesta, prevede la possibilità di condividere in blocco la propria libreria videoludica con un massimo di 10 persone e relativi account Steam. Salvo restrizioni regionali e limitazioni imposte dal publisher, tutti i titoli saranno interamente giocabili dagli utenti autorizzati, ciascuno in gara per conseguire i propri risultati.
Ma se sono in molti ad accogliere l’iniziativa come un positivo segnale di apertura sulle orme di quanto promesso da Sony per PS4 e da quanto strappato a Microsoft per la sua Xbox One , c’è chi dissente . La motivazione? Parallelamente al vincolo della condivisione dell’intera collezione di giochi, c’è l’ impossibilità , per due membri del gruppo videoludico istituito dal proprietario originario della videoludoteca, di giocare contemporaneamente a uno qualsiasi dei titoli della libreria condivisa.
“Una libreria condivisa può essere utilizzata da un solo utente alla volta”, recita inequivocabile Valve, “Se decidi di cominciare a giocare quando un amico è già in partita su uno dei tuoi giochi, gli verranno concessi alcuni minuti per acquistare il gioco o per interrompere la partita”. Non si tratta semplicemente di impedire sessioni in multiplayer sulla stessa copia del videogame: non c’è alcuna possibilità di fruire della libreria in parallelo, nemmeno se due membri del gruppo intendono intrattenersi con due titoli differenti. Gli utenti sono pronti alla mobilitazione .
Gaia Bottà