Roma – Punto Informatico lo aveva battezzato “DDL Salvaprovider”, definizione poi invalsa sui media in questi due anni in cui l’associazione dei provider Assoprovider ha cercato e alla fine è riuscita a far approvare una legge importante, una norma che consente agli ISP di accedere all’interconnessione con le stesse condizioni economiche già previste per gli operatori telefonici (OLO).
Si tratta di una svolta epocale. Dopo l’arrivo dei grandi operatori telefonici sul mercato internet, sono moltissimi i piccoli provider che hanno chiuso e ancora di più quei pioneri della rete italiana che hanno dovuto arrangiarsi in una mutata condizione di mercato, mercato condizionato da una discriminazione nettissima tra ISP e OLO. Una discriminazione che, con l’approvazione al Senato in Commissione Lavori Pubblici ieri in sede deliberante della nuova legge, cessa di esistere.
Assoprovider, coadiuvata in questi ultimi mesi anche dall’altra associazione dei provider AIIP , in una nota diffusa ieri commenta l’approvazione della legge ringraziando il Parlamento e il Governo “per aver preso atto del ruolo insostituibile degli ISP nella diffusione della cultura digitale tra imprese e cittadini, della loro valenza nel processo di innovazione tecnologica in atto nel Paese, e non per ultimo, per gli effetti indotti della loro attività sul versante della competitività del Sistema Paese e sul fronte occupazionale”.
“Le due associazioni nazionali degli Internet Provider italiani – si legge nella nota – ritengono che attraverso questa legge sarà possibile per gli ISP competere con gli operatori telefonici sul mercato dell’accesso ad Internet senza dover acquistare centrali telefoniche, apparati nati per supportare l’erogazione del servizio di fonia tradizionale”.
Entro i prossimi due mesi l’Autorità TLC includerà i provider nelle nuove condizioni decise dalla legge, e saranno due mesi complicati per i quali i provider esprimono prudenza nella loro nota, in quanto si dovrà verificare che le aspettative della legge siano rispettate anche in ambito regolamentare.
Anche per questo ieri, nel suo intervento prima dell’approvazione, il ministro alle Comunicazioni Maurizio Gasparri ha insistito sul fatto che la prima prova che dovrà superare la legge sarà la creazione di “condizioni perché tutti gli operatori licenziatari e gli Internet Service Provider possano rivendere ai propri clienti offerte di collegamento basate sulle tariffe Flat Rate”.
“I service provider – ha sottolineato Gasparri – sono stati i primi operatori a portare l’Internet in Italia. E’ per questo che la loro presenza sul mercato rappresenta un valore aggiunto non solo per le aree disagiate del paese, ma anche per le competenze tecniche e culturali di cui dispongono. Il loro radicamento, la loro diffusione e la loro consistenza, li rende un elemento fondamentale per il tessuto nazionale”.
Tra le conseguenze attese dall’apertura del mercato della connettività con il varo della nuova legge, sottolineate da varie parti e dallo stesso Gasparri, vi è un ampliamento delle offerte tra le quali i consumatori potranno scegliere, una maggiore copertura territoriale dei servizi internet, un contenimento delle tariffe.
“Queste – ha affermato Gasparri – sono le condizioni per favorire il radicamento dei servizi di accesso alla rete nel territorio nazionale, per accrescere l?alfabetizzazione all?informatica, per ridurre il divario tecnologico tra le diverse aree geografiche del territorio nazionale e per garantire valide opportunità ai cittadini, sia che vivano nel nord, nel centro Italia, nelle isole o nel mezzogiorno”.
All’approvazione della legge ha contribuito anche l’opposizione. Secondo Antonello Falomi, senatore diessino, ora si avrà “una forte riduzione dei costi di accesso al mercato per gli Internet Service Provider, che ricadrà anche sugli utenti, sia in termini di qualità del servizio loro offerto, sia in termini di riduzione dei costi”.
Secondo Falomi, con la fine della discriminazione tra ISP e OLO, “è stata così eliminata un’ingiusta penalizzazione per chi, magari fin dall’inizio, aveva concentrato le sue strategie aziendali proprio sulla diffusione di Internet nel nostro Paese”.