“La rete è lo specchio e la cartina di tornasole del grado di democrazia di un paese. Non possiamo non guardare con preoccupazione il controllo asfissiante e la censura esercitata ancora in molti paesi, dove si mettono persone in carcere per aver espresso la propria opinione su siti web o sui blog, o dove la navigazione è filtrata”.
Così ieri il sindaco di Roma Walter Veltroni ha voluto prendere posizione: “Le tentazioni verso misure di controllo, registrazione, osservabilità del traffico, seppur dettate in alcuni casi da ragioni di lotta al terrorismo e di legittima preoccupazione sulla sicurezza, spesso si configurano come pure restrizioni della libertà, in molti casi di dubbia efficacia e realizzabilità pratica”.
Veltroni, che parlava alla Protomoteca del Campidoglio, a Roma, in occasione dell’incontro DFIR-Italy 2007 , il Forum sui diritti digitali, ha fatto un diretto riferimento a Reporters sans frontières , spiegando che le “sei raccomandazioni per la libertà di espressione su Internet” redatte dalla celebre organizzazione internazionale sono “un’ottima base da cui partire”. Però, ha aggiunto il sindaco romano, è anche “fondamentale interrogarsi su nuovi mezzi e sulle regole che devono essere applicate a difesa della privacy e della riservatezza”.
Toccando invece un altro argomento che sta a cuore a milioni di utenti italiani , Veltroni ha insistito sul fatto che “è ormai sicuramente necessaria una revisione delle normative a tutela dei diritti di proprietà intellettuale delle opere di ingegno e di creatività, basate su scenari improvvisamente invecchiati”.
Veltroni ha insistito sul fatto che è ora di usicre dalla “visione angusta” secondo cui “le parole scambio o condivisione su Internet ” evocano “la violazione di copyright, la pirateria, le copie illegali”. “Voglio pensare – ha sottolineato – all’aspetto alto della condivisione. La ricerca del profitto non è infatti l’unica motivazione dell’agire umano”.
Il sindaco, che è sembrato a suo agio nel discettare di software libero, citizen journalism, ricerca e Wikipedia, ha voluto concludere sottolineando che “la rete è di tutti ed è diventata un bene comune come l’acqua, l’aria e il mare ma a differenza di questi non è neanche possibile definirne e gestirne i confini territoriali. Non c’é spazio aereo nazionale e non ci sono acque territoriali della rete. Ed è per questo che il governo sovranazionale della rete deve essere un punto irrinunciabile”.
Su posizioni non troppo distanti è apparso il ministro all’Innovazione nella PA Luigi Nicolais , secondo cui è necessario “rafforzare il ruolo dell’ONU nel settore di Internet perché solo così si rende possibile lo sviluppo della Rete e il rispetto dei diritti universali. Si può seguire la via intrapresa dall’ONU in campo ambientale e arrivare alla creazione di un alto garante dei diritti della rete”. Secondo Nicolais “servono regole chiare e certe perché la rete di per sé è una cosa libera ed è sempre più estesa. Ecco perché le Nazioni Unite potrebbero avviare un processo di sviluppo del diritto alla rete”.
Ha invece risposto a Veltroni Paolo Gentiloni , ministro delle Comunicazioni, secondo cui “il Governo italiano riavvierà un percorso consapevole del fatto che le misure repressive nel campo della tutela dei diritti di proprietà intellettuale su Internet adottati dal precedente governo e tesi alla repressione non hanno dato risultati”. Secondo Gentiloni “la nostra industria creativa deve tutelare con forme nuove la libertà intellettuale”. A suo dire ormai lo sviluppo della rete deve far capire che quando si parla di accesso non si parla di connettività ma, “tanto per citarne una”, anche di “diritti della libertà intellettuale, al nesso fra libertà e sicurezza e alla ricerca di un giusto equilibrio tra libertà e tutela dei minori e privacy”.