Vendere WhatsApp è stato un grande errore

Vendere WhatsApp a FB è stato un grande errore

Il primo Chief Business Officer di WhatsApp, dopo quasi un decennio, torna a parlare della cessione a FB e di cosa è andato storto.
Vendere WhatsApp a FB è stato un grande errore
Il primo Chief Business Officer di WhatsApp, dopo quasi un decennio, torna a parlare della cessione a FB e di cosa è andato storto.

Otto anni fa circa, FB ha allungato le mani su WhatsApp con un investimento economico da quasi 22 miliardi di dollari. Oggi, uno di coloro che hanno favorito la stretta di mano definisce l’operazione un errore. Si tratta di Niraj Arora, all’epoca Chief Business Officer della squadra al lavoro sull’applicazione. Il suo intervento su Twitter si apre così.

Nel 2014 ero il Chief Business Officer di WhatsApp. Ho aiutato a negoziare la vendita da 22 miliardi di dollari a Facebook. Oggi me ne pento.

WhatsApp a FB, il rimpianto del CBO

Il thread prosegue passando in rassegna cosa è andato storto. Dopo il primo contatto con Mark Zuckerberg, avvenuto tra il 2012 e il 2013 (l’app è stata creata nel 2009), il team ha deciso di declinare l’offerta e continuare per la propria strada, in modo indipendente.

Il numero uno del social network è però tornato alla carica l’anno successivo, offrendo garanzie sugli sviluppi futuri, promesse almeno in parte non mantenute: pieno supporto per la crittografia end-to-end, nessuna forma di advertising o di tracking (per sempre), zero compromessi sul mining dei dati appartenenti agli iscritti, completa indipendenza sulle decisioni relative al prodotto, una poltrona nel consiglio di amministrazione per il fondatore Jan Koum e mantenimento degli uffici a Mountain View.

I patti sono stati rispettati per alcuni anni, fino al 2017-2018, a grandi linee fino a poco prima che esplodesse il caso Cambridge Analytica. Negli stessi mesi, il co-creatore Brian Acton lasciò il gruppo Facebook con un post destinato a lasciare il segno.

https://twitter.com/brianacton/status/976231995846963201

Una decisione presa per ragioni non troppo differenti rispetto a quelle che, in quel periodo, spinsero i fondatori di Instagram (Kevin Systrom e Mike Krieger) ad abbandonare la società: questioni legate a visione e pratiche dirigenziali. È accaduto anche con Nate Mitchell e Brendan Iribe di Oculus, così come con Brandon Silverman di CrowdTangle, altre due realtà acquisite da Mark Zuckerberg.

A otto anni dalla cessione, Niraj Arora è impegnato sul progetto HalloApp, definito come il primo vero network basato sulle relazioni reali. Il gruppo Meta che oggi controlla WhatsApp, FB e una miriade di altre iniziative ha appena chiuso il primo trimestre 2022 all’insegna di una crescita rallentata. Come noto, nel suo mirino ora c’è il metaverso.

Fonte: The Next Web
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Pubblicato il
6 mag 2022
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