Microsoft ha confermato che gli sviluppatori possono vendere software open source tramite lo store di Windows 11. Una modifica alle regole del Microsoft Store, introdotta a metà giugno, avrebbe impedito di trarre profitto da app disponibili gratuitamente. L’azienda di Redmond ha quindi ascoltato le richieste della community FOSS (Free and Open Source Software).
Si possono vendere anche le app open source
La versione 7.16 delle regole del Microsoft Store prevedeva al punto 10.8.7 il divieto per gli sviluppatori di “non provare a trarre profitto da un software open source o di altro tipo altrimenti disponibile a livello generale e gratuitamente“. Secondo l’azienda di Redmond, gli sviluppatori non potevano pubblicare software open source a pagamento. Lo scopo principale era quello di evitare la diffusione di “cloni”, ovvero app simili basate sullo stesso codice sorgente.
Fin dall’annuncio della novità (metà giugno) sono circolate numerose critiche sulla decisione di Microsoft. Il divieto avrebbe avuto implicazioni per le app proprietarie che includono componenti open source e “costretto” gli sviluppatori ad utilizzare una licenza differente. Inoltre, dall’entrata in vigore (16 luglio), Microsoft avrebbe rimosso diverse app dallo store.
Last month, we shared a few updates to Microsoft Store policies to help protect customers from misleading product listings. We heard your feedback, and today we made a change to policy 10.8.7 and 11.2 https://t.co/fJd50I4J0c 1/3
— Giorgio Sardo (@gisardo) July 18, 2022
Ieri la modifica è stata ritirata. La versione 7.16.1 delle regole non include più il riferimento ai software open source. Microsoft ha inoltre modificato il punto 11.2, aggiungendo il link al form che gli sviluppatori possono usare per segnalare una violazione dei diritti d’autore. Cambia infine la data di entrata in vigore: 18 agosto 2022. Il dietrofront è stato apprezzato dalla Software Freedom Conservancy, un’organizzazione non profit che offre supporto e servizi legali ai progetti open source.