L’Agenzia delle Entrate chiama all’appello tutti i protagonisti del mondo e-commerce con l’obiettivo di sostenere la lotta all’evasione. A partire dai prossimi mesi tutti coloro che gestiscono un sito, un’interfaccia o un portale per la vendita online dei beni dovranno rendere conto al Fisco del rapporto con i fornitori. Oggi il comunicato che spiega nel dettaglio la misura, prevista all’interno del Decreto Crescita.
Vendita beni online e invio all’AdE
L’obbligo scatterà in autunno e andrà applicandosi con cadenza trimestrale. Il primo invio dovrà essere effettuato entro e non oltre il 31 ottobre 2019, relativamente all’intervallo luglio-settembre 2019. Questi i dati richiesti, relativi ai fornitori che hanno effettuato almeno una vendita nel periodo di riferimento.
- denominazione o dati anagrafici completi (incluso identificativo univoco per le vendite);
- residenza o domicilio;
- codice identificativo fiscale (ove esistente);
- indirizzo di posta elettronica;
- totale delle unità vendute in Italia;
- ammontare totale dei prezzi di vendita o prezzo medio di vendita.
In caso di mancata trasmissione, il soggetto potrà essere considerato debitore d’imposta per le vendite non dichiarate o registrate in modo non completo. In altre parole, per l’IVA non versata. Sarà in grado di evitarlo solo dimostrando che l’imposta è stata assolta dal fornitore e di aver adottato tutte le misure necessarie per far fronte all’obbligo. Sempre entro l’ultimo giorno di ottobre dovranno essere comunicati anche i dati relativi al periodo compreso fra il 13 febbraio 2019 e il 30 aprile 2019. La misura rimarrà in vigore fino al termine del prossimo anno (con ultimo invio entro il 31 gennaio 2021), poiché in seguito entrerà in vigore la normativa europea sul tema.
Controllo e lotta all’evasione
Le informazioni così raccolte dall’Anagrafe Tributaria saranno utilizzate per attività di controllo e monitoraggio delle vendite a distanza. L’AdE fa sapere che il trattamento verrà effettuato solo ed esclusivamente dagli operatori incaricati, mediante operazioni tracciate, nel rispetto dei diritti di ogni soggetto interessato. Nel comunicato si legge inoltre che per l’invio sarà impiegato un sistema crittografico e che la conservazione è prevista fino al 31 dicembre del decimo anno successivo a quello della comunicazione.
L’imposizione andrà ad applicarsi a tutti i “soggetti passivi residenti e non residenti nel territorio dello Stato” nonché ai “beni importati o già presenti all’interno dell’Unione Europea”. Ci si potrà avvalere della collaborazione di un intermediario. La trasmissione dovrà avvenire mediante i servizi telematici messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate, Entratel/Fisconline, che per assolvere all’obbligo fornirà gratuitamente specifici prodotti software.