Una startup chiamata Inversion Space vuole trasportare beni materiali lanciandoli nell’orbita terrestre, per poi farli partire da li verso la Terra ad una velocità 25 volte più veloce di quella del suono.
La parte interessante però riguarda il materiale trasportabile: se infatti con gli oggetti normali non ci sarebbero problemi, il pitch racconta anche la possibilità di spedire organi umani agli ospedali in caso di necessità.
I beni verrebbero spediti dallo spazio orbitale alla Terra
Il cofounder del progetto, Justin Fiaschetti, ex intern della SpaceX che ha mollato il college, e Austin Briggs hanno detto al New York Times che il loro obiettivo è quello di creare capsule della dimensione di alcune valigette capaci di avere al loro interno spazio per depositare oggetti e beni, così da poter essere spediti in tutto il mondo.
Entrambi hanno 23 anni e già hanno assicurato un investimento di 10 milioni di dollari in seed money per finanziare l’azienda. Si sono anche uniti all’incubatore Y Combinator, il che rende tutto ancora più credibile.
La parte sanitaria non si ferma agli organi: i due ragazzi hanno anche spiegato che il meccanismo potrebbe permettere di avere delle unità mobili ferme in orbita da poter spedire in caso di necessità, una cosa che se vera risulterebbe molto comoda.
I problemi che fanno scontrare questo progetto con la realtà riguardano la mancanza di organi artificiali da poter creare, ma ci si mette in mezzo anche il costo dei viaggi spaziali, ad ora troppo costosi per il servizio.
Ovviamente non si parla di un’idea da sviluppare subito, ma con l’avanzare della tecnologia e l’abbassamento dei costi dei viaggi spaziali, forse potrebbe davvero diventare una possibilità quella di spedire in evenienza dei beni nello spazio così da poterli far arrivare in poco tempo ovunque nel mondo, facendo viaggiare la capsula a 25 volte la velocità del suono.