L’operazione Venice Carnival era partita nel 2009, in seguito alla segnalazione di un’anziana signora veneta che si era accidentalmente ritrovata a navigare un sito pedopornografico . Un incidente in effetti curioso: la donna aveva cercato di raggiungere uno spazio online dedicato allo shopping, per comprare dei regali ai nipoti.
Il caso aveva dunque messo in moto le indagini della Polizia Postale e delle Comunicazioni, coordinate dal sostituto procuratore di Venezia Carlo Nordio e con il supporto dell’Europol. Circa due anni di lavoro, che ora hanno portato alla luce una specifica tecnica criminosa chiamata web masquerating .
I responsabili – è stato identificato un gruppo proveniente dall’Europa dell’est ramificato in buona parte del Pianeta – avrebbero sfruttato in maniera silente i server di aziende ignare di tutto . Del codice dannoso aveva in sostanza infettato oltre mille spazi web internazionali , reindirizzando in automatico i loro utenti verso contenuti pedopornografici.
Tutti i server colpiti dalla tecnica criminosa del web masquerating sono stati ora ripuliti con l’aiuto dei tecnici dell’Europol. Le indagini continueranno per arrivare alla precisa identità del gruppo.
Mauro Vecchio