La smentita era stata tra le più categoriche: le autorità venezuelane non avrebbero mai preso provvedimenti per limitare la libertà in Rete. Le stesse dichiarazioni del presidente Hugo Chavez erano state corrette, riferitesi soltanto all’uso illegale di Internet e non all’ecosistema online considerato nella sua interezza .
L’Assemblea Nazionale del Venezuela ha ora approvato – in un tempo record pari a meno di una settimana – i principali dettami di una legge che estenderà alcune delle restrizioni già imposte nel 2004 ai principali media del paese . L’uso di Internet da parte degli utenti verrà di fatto limitato per questioni di sicurezza.
Tutti quei contenuti online che inciteranno alla violenza contro il presidente Chavez verranno bloccati dalle autorità venezuelane. Stessa sorte per quei contenuti che getteranno fango sui membri del governo o che immetteranno in Rete materiale volgare, estremista o comunque legato ad attività di stampo criminoso .
La responsabilità cadrà sui gestori di blog o siti web, accusabili di apologia di reato o di aver più in generale incitato alla violenza il popolo venezuelano. Tutto il traffico web sarà fatto passare per un hub gestito dal governo , cosa che – secondo le autorità venezuelane – porterà a velocità di connessione maggiori .
Il governo di Chavez ha quindi rifiutato qualsiasi accusa di censura da parte degli attivisti. Le nuove disposizioni sarebbero perfettamente in linea con i diritti garantiti dalla Costituzione, aiutando i netizen locali a tutelarsi meglio da spacciatori di droga, prostituzione e crimini assortiti.
Mauro Vecchio