Verisign, la grande serrata del web

Verisign, la grande serrata del web

Proposto all'ICANN un servizio di sorveglianza sui vari domini legati a malware e phishing. Un servizio che verrebbe esteso anche a tutti quegli spazi finiti nel mirino delle autorità nazionali
Proposto all'ICANN un servizio di sorveglianza sui vari domini legati a malware e phishing. Un servizio che verrebbe esteso anche a tutti quegli spazi finiti nel mirino delle autorità nazionali

Un nuovo servizio di sorveglianza sui vari domini del web, proposto dai vertici di Verisign ai responsabili dell’ Internet Corporation for Assigned Names and Numbers (ICANN), l’organismo statunitense che sovrintende al funzionamento di Internet. Nuove policy anti-abusi, che permettano al registrar della Virginia di bloccare le attività online di quegli spazi finiti nel mirino delle autorità nazionali .

In sostanza , Verisign vorrebbe trasferire sotto la sua giurisdizione una serie di domini votati all’illecito, in primis legati alla distribuzione selvaggia di malware. Lo strumento proposto all’ICANN racchiuderebbe infatti un servizio di monitoraggio contro phishing e altre minacce informatiche . La stessa Verisign andrebbe a scandagliare gli spazi .com e .net alla ricerca di attività fraudolente.

Il servizio del registrar vorrebbe in pratica velocizzare i processi che portino alla chiusura degli spazi web. Ma non sono solo malware e phishing a preoccupare Verisign. Nella proposta inviata all’ICANN sono stati elencati altri motivi d’intervento, in generale per “proteggere la stabilità e l’integrità del DNS”. Misure drastiche verrebbero dunque intraprese anche su esplicito ordine delle autorità degli Stati Uniti .

Vibranti proteste da parte degli attivisti di Electronic Frontier Foundation (EFF) che hanno parlato di un’idea pessima. I domini sarebbero già minacciati dalle nuove predisposizioni legislative del PROTECT IP Act , che imporrebbe chiusure a tappeto in difesa della proprietà intellettuale. Negli Stati Uniti si assisterebbe ad un aumento esponenziale di siti non raggiungibili, attentando all’integrità del Primo Emendamento della Costituzione a stelle e strisce.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
17 ott 2011
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