Si corre rapidi verso la definizione di un protocollo nazionale per il lavoro agile. Dopo essere stato la risposta alla pandemia prima e semplice opzione poi, ora lo smart working vuole uscire dalla deregulation e diventare nuova normalità. Quel che non si era riusciti a fare in un decennio, lo si farà ora in pochi giorni sulla scia di quanto si è discusso nei mesi passati: è necessario regolamentare il lavoro agile affinché possa diventare una modalità tutelata e fruibile, strumento di arricchimento sia per le aziende che per i lavoratori.
Autore della bozza sarebbe il ministro Andrea Orlando, le cui carte sarebbero già nelle mani di imprese e sindacati per una prima valutazione. Già entro inizio settimana si potrebbe procedere con l’approvazione.
Protocollo nazionale per il lavoro agile: la bozza
16 articoli in 8 pagine (secondo quanto trapelato da La Stampa) che “fissano le linee di indirizzo per la contrattazione e in prospettiva possono fornire un quadro di riferimento al Parlamento dove è in discussione una nuova legge in materia“. Un primo tassello, insomma, della legiferazione che verrà. Il testo prevede l’adesione volontaria, subordinata alla sottoscrizione di un accordo individuale, con indicazione di durata, alternanza tra periodi in presenza e a distanza, strumenti di lavoro e tempi di disconnessione, il tutto con piena garanzia di diritti e trattamenti economici rispetto ai lavoratori non-agili.
Qualora il lavoratore non acconsentisse, non vi sarebbero gli estremi per il licenziamento per giusta causa o giustificato motivo: resta dunque fermo il paradigma della volontarietà in quello che deve essere in tutto e per tutto un accordo tra le parti, un’intesa professionale da mettere nero su bianco. La giornata di lavoro si andrebbe a caratterizzare per l’assenza di un preciso orario di lavoro e per la piena autonomia nello svolgimento della prestazione prevista. Vanno invece previste fasce specifiche di rispetto, afferenti ad un riconosciuto diritto alla disconnessione che non vincoli di fatto il lavoratore alla propria postazione oltre l’orario di lavoro previsto.
Altro elemento importante: “il datore di lavoro fornisce la strumentazione tecnologica e informatica necessaria allo svolgimento della prestazione lavorativa in modalità agile e le spese di manutenzione e di sostituzione della strumentazione fornita dal datore di lavoro sono a suo carico“. Al lavoratore sarebbero riconducibili costi legati a comportamenti negligenti.
Si avranno dettagli ulteriori fin dai prossimi giorni, ma fin da subito è giunto un placet iniziale dei sindacati che già mette il progetto sulla buona strada.