Viacom ha dichiarato che alcuni degli ultimi documenti divulgati da Google, sul caso che li vede contrapposti sulla legittimità di alcuni contenuti che riempono YouTube, dimostrerebbero che Mountain View “avrebbe coscientemente deciso non solo di guadagnare sulla violazione della proprietà intellettuale altrui, ma anche che avrebbe utilizzato la minaccia della violazione per estorcere ai legittimi detentori di diritti la licenza dei loro contenuti alle condizioni di Google”.
I documenti a cui si riferisce costituirebbero un’analisi interna a Google, “strettamente confidenziale”, sull’opportunità o meno dell’acquisto della piattaforma: “Il contenuto di YouTube è tutto gratuito, e il più richiesto deriva da clip piratate” si leggerebbe nel documento, e “Il suo modello di Business è completamente basato sul contenuto pirata”.
Inoltre in una slide di una presentazione di un manager Google (datata marzo-maggio 2006, almeno cinque mesi prima dell’acquisto del Tubo da parte di Mountain View) che delinea la strategia da adottare nella contrattazione con i fornitori di contenuti , tra i punti evidenziati ci sarebbe: “premere affinché cambino verso modelli gratuiti”, “adottare o altrimenti affrontare la questione della violazione della proprietà intellettuale da qualche altra parte” e “organizzarsi in modo da giocare d’anticipo e rimediare successivamente per quanto riguarda i contenuti più rilevanti”. Rappresenterebbero, secondo Viacom, la strategia di accerchiamento adottata dai Googler nelle trattative con i fornitori di contenuto, che venivano in questo modo posti davanti all’ aut aut licenza/pirateria .
La battaglia legale e mediatica tra le due aziende si conferma delle più aspre, oltre che utile per stabilire i confini del safe harbor riconosciuto dal DMCA agli host in tema di responsabilità sui contenuti caricati dagli utenti.
YouTube ha risposto alle nuove accuse: “I media come Viacom hanno caricato i loro stessi contenuti su YouTube, quindi non c’è alcun modo in cui possiamo distinguere tra contenuti autorizzati e non”. E direttamente sulle nuove prove afferma che “non si tratta di nuovi documenti. Sono presi fuori contesto e non hanno niente a che fare con il processo: Viacom sta tentando di vendere il caso alla stampa”.
Claudio Tamburrino