La missione non è di certo tra le più comuni: esplorare i meandri della geosfera e giungere a toccare il mantello, restituendo in questo modo una prima fotografia delle profondità terrene. L’ambizioso progetto , dal costo di un miliardo di dollari, nasce dalla collaborazione di alcuni scienziati internazionali riuniti in un team di esplorazione.
Per raggiungere il mantello i geologi dovranno scavare fino a una profondità di 6km a partire dal fondo marino . L’impresa, se compiuta, passerà di certo alla storia per essere la prima nel suo genere dopo diversi tentativi naufragati per l’insormontabilità delle difficoltà tecniche. Queste ultime riguardano in particolare la natura disomogenea del mantello , compreso tra la crosta e il nucleo, avente uno spessore di quasi 3000km e costituito da una copertura rocciosa eterogenea e in continuo mutamento. Per raggiungere la meta sarà necessario scavare con aste di perforazione lunghe circa 10km e armarsi di molta pazienza,
dal momento che ogni punta ha una durata di circa cinquanta/sessanta ore. L’intera operazione, dunque, potrebbe richiedere anni.
Il team di esplorazione ha individuato tre possibili località – tutte situate nell’Oceano Pacifico – da cui partire con le trivellazioni. Per raggiungere il mantello gli scienziati potranno affidarsi alla nave da trivellazione giapponese Chikyu, operativa dal 2002, in grado di trasportare 10km di tubi perforanti.
Per Damon Teagle, co-direttore del team di ricerca, si tratta del “progetto più ambizioso nella storia della scienza della Terra”, reso ancora più complicato dalla volontà di riportare in superficie alcuni campioni prelevati in profondità .
Secondo gli scienziati, il progetto potrebbe fornire risposte utili ad alcune delle domande più spinose sull’origine e l’evoluzione della Terra dal momento che quasi tutto il fondo marino e la superficie continentale che costituisce la superficie terrestre ha avuto origine dal mantello. Non pare eccessivo, dunque, paragonare una simile impresa al programma lunare Apollo se si considera il valore scientifico dei campioni che potrebbero essere prelevati.
Cristina Sciannamblo