Si chiama Ikena Copyright e potrebbe rendere molto più facile di quanto sia oggi individuare online i filmati protetti da diritto d’autore. Il sistema, sviluppato da MotionDSP , sarebbe in grado di identificare con precisione le clip, magari postate su YouTube, a prescindere dalle alterazioni cromatiche e dalla lunghezza. “Alla fine si dimostrerà un vantaggio per i consumatori, permettendo l’implementazione di nuove norme d’uso”, ha dichiarato Nikola Bozinovic, vice presidente dell’engineering di MotionDSP.
Secondo gli esperti del settore, il “motore” Ikena Copyright si distingue soprattutto per la modalità operativa. Genera infatti una libreria di valori hash – una codifica univoca – di tutti i materiali protetti. Ogni volta che il sistema entra in contatto con un nuovo contenuto video, magari uploadato dagli utenti, esegue l’algoritmo archiviato per procedere con la comparazione. Di fronte ad un esito positivo vi è la certezza, dicono i produttori, che si tratti di contenuti video protetti.
Il segreto dell’efficienza del giochino sta nella generazione degli hash: non si affida a colori, istogrammi o audio, bensì al movimento dell’immagine.
In passato è stato dimostrato più volte che la stessa bassa qualità delle clip, l’editing e il resizing possono rendere difficile la rilevazione dei video protetti con metodi tradizionali. Il cosiddetto “motion”, invece, normalmente non cambia: gli spostamenti della cinepresa e degli attori rimangono sempre gli stessi.
Una demo testata da Ars Tecnica dimostrerebbe le qualità del “segugio elettronico”: anche in presenza di approfondite operazioni di restyling le clip presenti nell’archivio campione sono sempre state individuate.
Al momento, MotionDSP non ha ancora voluto svelare i nomi delle media-company che stanno testando il software, ma è evidente che i partner ideali sono molti, a partire da YouTube, major cinematografiche e produttori televisivi. In pratica, se ogni detentore di diritti permettesse la generazione di hash correlati ai propri archivi video, sarebbe possibile dar vita ad un unico mega-database “impronta”. Capace, insomma, di agevolare le operazioni di scanning e comparativa sulle migliaia di clip presenti sulle piattaforme di media-sharing.
Bozinovic ha confermato che comunque, anche senza cooperazione di terze parti, il sistema potrebbe essere utilizzato come supporto alle azioni di censura. Su YouTube, ad esempio, Ikena sarebbe in grado di prelevare gli hash da clip che i detentori di diritto d’autore abbiano segnalato come illegali. Dissipando poi, con ulteriori confronti, qualsiasi tipo di dubbio al riguardo.
Similmente, anche senza l’aiuto delle piattaforme di media-sharing, i possessori dei diritti sarebbero in grado di effettuale le loro ricerche in completa autonomia. Bozinovic, infatti, non ha escluso la possibilità di creare un vero e proprio crawler capace di scandagliare gli hash .
L’unico difetto del sistema è che non è in grado di comprendere la differenza tra il fair use di un estratto video e un video veramente pirata. “Questo lo sappiamo, ma sono anche evidenti i reali benefici”, ha aggiunto Bozinovic. La maggior parte degli studios, adesso, controllano sui portali video se sono presenti loro clip; in caso positivo ne domandano la cancellazione. Con Ikena è evidente che il controllo potrebbe essere più oculato, magari consentendo comunque la messa online di clip inferiori ai quattro minuti o più lunghe con bassa risoluzione.
MotionDSP, insomma, si propone come una sorta di battitore libero capace di offrire ai produttori nuove opportunità di controllo sui propri contenuti. Certamente un’alternativa alla soluzione proprietaria di YouTube, ritenuta inaccettabile dall’industria e da colossi come Viacom – che proprio mercoledì scorso ha richiesto un risarcimento miliardario per violazione delle norme sul copyright.
Bozinovic ha confermato che il lavoro su Ikena Copyright sta procedendo speditamente: anche la capacità di scalare sembra aver raggiunto buoni risultati. “Attualmente, con un archivio test composto da 500 clip, il margine di errore è dell’1%”, ha sottolineato il presidente dell’engineering: “Sono convinto che il tutto sarà pronto entro pochi mesi”.
Dario d’Elia