In palese violazione di qualsiasi principio inerente al rispetto della privacy, alcuni dipendenti di Tesla avrebbero condiviso video privati registrati dalle telecamere installate sulle auto elettriche del gruppo per finalità legate alla guida assistita e autonoma, anche a vettura spenta. È accaduto tra il 2019 e il 2022, attraverso un sistema di messaggistica interno all’azienda, stando a quanto riportato dalla redazione di Reuters.
Video catturati dalle Tesla condivisi dai dipendenti
Di quali filmati si tratta? Sempre secondo la pubblicazione, di vario tipo: da contenuti inerenti agli incidenti stradali a una clip che mostra un uomo completamente nudo avvicinarsi al veicolo. Alcuni di coloro coinvolti negli scambi avrebbero poi addirittura utilizzato le immagini catturate per creare dei meme, successivamente condivisi all’interno di chat private. Questa la testimonianza di uno dei nove ex collaboratori del gruppo ascoltati, che riportiamo in forma tradotta.
Potremmo vedere l’interno dei garage delle persone e delle loro proprietà private.
Un’indagine condotta dalla Dutch Data Protection Authority ha scoperto anomalie nell’impiego del sistema in dotazione alle vetture che permette, previa autorizzazione da parte del proprietario, di acquisire e condividere con Tesla le registrazioni effettuate non appena rilevato qualcuno nei loro pressi. Successivamente, nei primi mesi di quest’anno, la società ha deciso di disabilitarlo per impostazione di default.
La Sentry Mode delle auto elettriche Tesla
Al centro di tutto c’è la Sentry Mode (in italiano Modalità Sentinella), introdotta proprio nel 2019 come una sorta di antifurto avanzato, pensato per acquisire una testimonianza di quanto avviene nei dintorni dell’auto elettrica in caso di potenziale attività sospetta.
Inizialmente le clip erano salvate nella memoria interna del veicolo. Dal 2021 è possibile osservarle in live streaming da remoto, attraverso l’applicazione mobile fornita.
Il gruppo ha sempre affermato che i video sono protetti da crittografia end-to-end e non accessibili dai suoi dipendenti. Di recente, la tecnologia ha iniziato ad avvisare coloro che si trovano nelle vicinanze della registrazione in corso, attraverso il lampeggiamento dei fari.
C’è addirittura chi racconta di essersi imbattuto in una clip acquisita nel garage di Elon Musk, notando la Lotus Espirit trasformata in veicolo ibrido per il film “La spia che mi amava” della saga JAmes Bond, uscito nel 1977, un pezzo unico acquistato dal CEO nel 2013.
Ha detto la sua, sulla vicenda, anche Guido Scorza, componente del Garante per la protezione dei dati personali.
Tesla: la “modalità sentinella” rischia di violare privacy | Dopo report HRW azienda educativa brasiliana ha preso provvedimenti per la privacy degli studenti | Biden: resta da verificare se l’IA sia pericolosa. Leggi la rassegna #privacydaily su https://t.co/ItZdHhH1ZY@GPDP_IT pic.twitter.com/YVfMI3rqUO
— Guido Scorza (@guidoscorza) April 6, 2023
Il data labeling per la guida autonoma
Un’altra pratica che ha mostrato il fianco a potenziali abusi è quella relativa al cosiddetto data labeling, attraverso la quale, i collaboratori di Tesla (in passato anche esterni) effettuano una revisione manuale dei video catturati, con l’obiettivo di istruire e correggere gli algoritmi delegati alla guida autonoma.
Negli anni scorsi, a partire dal 2016, il gruppo ha affidato il compito a centinaia di dipendenti di una società di terze parti chiamata Samasource (ora Sama), salvo poi creare un team interno nel 2021, dopo aver classificato il lavoro svolto come non soddisfacente.
Al momento, non sono giunti commenti sulla vicenda da parte dell’azienda.