La pirateria multimediale non passa più solo dai client peer-to-peer, dai cyberlocker che ospitano file di grandi dimensioni o dai file torrent condivisi su board e forum, ma anche da Facebook. Il social network ha un problema con la funzionalità Video Party (Watch Party in inglese) introdotta a livello globale alla fine dello scorso anno e dedicata alla visione condivisa dei filmati.
Facebook: Video Party e pirati
A sollevare la questione è stata la redazione di Business Insider, con un articolo in cui vengono riportati i nomi di alcuni dei gruppi e delle pagine che proprio sfruttando questa caratteristica hanno raccolto decine di migliaia di iscritti trasmettendo film in versione integrale, puntate degli show televisivi ed episodi delle serie TV. Eccone alcuni: Super Film Club Watch Party, Watch Party Cinema, Firefly Watch Party The Group, Watch Party Central Movie Lovers Unite. Tutti risultano al momento eliminati dalla piattaforma. Questa la posizione ufficiale di FB, affidata al sito dalla portavoce Carolyn Thomas.
Dedichiamo ingenti risorse per contrastare e prevenire il fenomeno della pirateria video su Facebook, anche per quanto riguarda i Video Party. Abbiamo diversi strumenti all’opera per contrastare la diffusione illecita dei contenuti, incluso il programma notice-and-takedown, policy per chi commette violazioni ripetute, il Rights Manager e l’Audible Magic.
Insomma, Facebook afferma di aver adottato tutte le misure necessarie per contrastare il fenomeno, sia agendo in maniera autonoma sia passando dalla raccolta di feedback e segnalazioni da parte della sua community. Sembra però ancora non essere sufficiente.
Attuiamo le dovute azioni contro la violazione delle proprietà intellettuali quando le rileviamo, disabilitando gli account di chi le commette ripetutamente se necessario. In questo caso, i gruppi hanno infranto gli standard della community relativi alle proprietà intellettuali e sono stati eliminati.
La pirateria si fa social
Questo tipo di abuso della funzionalità Video Party aggiunge una componente social alla pirateria multimediale: non si tratta più di soggetti o gruppi che in modo anonimo condividono un file e di altri che, individualmente, lo guardano in streaming oppure lo scaricano sul proprio dispositivo per la riproduzione offline. In questo caso la visione è condivisa, interattiva, dinamica, una sorta di cineforum 2.0 con tanto di programmazione dei contenuti e la possibilità di commentare o esprimere la propria opinione in compagnia degli altri spettatori.
Il fatto che il team di Facebook sia intervenuto rimuovendo i gruppi segnalati nell’articolo di Business Insider subito dopo la pubblicazione testimonia come gli strumenti approntati dalla piattaforma sia perfettibili e ancora poco efficaci per individuare in modo rapido questo tipo di violazioni. Un aspetto su cui Zuckerberg e i suoi dovranno lavorare, per non attirare anche le ire dell’industria cinematografica, in un momento già poco tranquillo per il gruppo di Menlo Park, alle prese con spinose questioni riguardanti privacy e trattamento dei dati personali.