Sul fatto che il videoclip sia una forma d’arte non ci sono dubbi. Così è da sempre, anche senza scomodare capolavori d’annata. In Italia mancava solo l’ufficialità. È arrivata oggi con la firma del decreto da parte di Dario Franceschini (Ministro per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo) che lo equipara ad altre tipologie di opere consentendogli di beneficiare delle detrazioni previste dal Tax Credit.
Il videoclip è arte (e beneficia del Tax Credit)
Più nel dettaglio potrà godere delle medesime agevolazioni fiscali riservate alle categorie artistiche e frutto dell’ingegno, al pari di film e videogiochi. Viene dunque superato quanto riportato nella legge n. 220 del 14 novembre 2016 sulla “Disciplina del cinema e dell’audiovisivo” che considerava la natura dei videoclip esclusivamente “a carattere promozionale di un artista”.
Nel filmato qui sotto la soddisfazione nell’intervento di Stefano Salvati, direttore artistico di IMAGinACTION, che insieme a FIMI dal 2018 ha promosso una petizione sul tema. A concludere il video il supporto manifestato da alcuni artisti italiani e la firma di Franceschini. Queste le parole del Ministro.
Nel 2017 era stato escluso il videoclip dai benefici dalla nuova legge sul cinema e sugli audiovisivi, il Tax Credit. È stato un errore e lo correggiamo perché non c’è dubbio che il videoclip sia arte, creatività. Ha una grande potenzialità per i giovani che vi si applicano facendo cose straordinarie.
Citiamo alcuni degli artisti italiani firmatari dell’appello e della petizione che hanno contribuito al raggiungimento dell’obiettivo: Antonello Venditti, Edoardo Bennato, Federico Zampagline, Fiorello, Gianna Nannini, Gino Paoli, Giovanni Allevi, Maurizio Vandelli, Piero Pelù, Red Canzian e Shel Shapiro.