Un tempo non si riusciva a scollare i bimbi dai cartoni animati, adesso il collante a presa rapida si chiama “videogioco”. Secondo due ricercatori dell’Università del Michigan e dell’Università del Texas la nuova addiction inizierebbe a provocare spiacevoli effetti collaterali sulla formazione scolastica. L’ultimo studio , infatti, ha confermato che i ragazzini statunitensi, durante la settimana, leggono il 30% in meno, mentre le ragazzine riducono del 34% il tempo investito nel fare i compiti.
Insomma, come riportano le cronache, il gioco sottrae tempo alle attività di studio. Ma non incide affatto sulla vita familiare e sui rapporti con i coetanei . “I giocatori leggono per meno tempo e impiegano meno tempo sui compiti a casa. Ma non sottraggono tempo a parenti, amici, sport o hobby”, ha dichiarato Hope Cummings, il ricercatore della Michigan University che ha firmato lo studio pubblicato su Archives of Pediatrics and Adolescent Medicine . “Possiamo confermare che gli adolescenti che giocano ai videogiochi non sono socialmente isolati”, hanno scritto i ricercatori sul rapporto. “Inoltre, anche se i giocatori dedicano meno tempo alla lettura e ai compiti, vi sono numerosi studi che confermano che gli studenti più promettenti hanno bisogno di poco tempo per fare i compiti”, ha sottolineato Cumminigs.
Ed è forse questo il vero nodo dello studio, che sembra bocciare le molti tesi precedenti, che vedevano il videogioco come elemento di disgregazione della socialità. Cummings e Elizabeth Vandewater dell’Università del Texas hanno analizzato i dati di un sondaggio scolastico del 2002/2003 riguardante un campione di ragazzi di età compresa tra i 10 e i 19 anni. Per lo più gli studiosi si sono concentrati sulle attività settimanali e del weekend dei 1491 giovani. Il dato di partenza è che il 36% aveva ammesso di giocare spesso ai videogiochi – di questi l’80% era composto da maschi. I ragazzi giocavano mediamente in settimana circa 58 minuti al giorno; nel weekend il tempo saliva a un’ora e 37 minuti. Le ragazze, invece, in settimana non superavano i 44 minuti giornalieri, mentre nel weekend arrivavano a un’ora e 4 minuti.
Dario d’Elia