Era stata la Corte Suprema a bocciare definitivamente la legge di stato proposta dal senatore repubblicano Leland Yee con il benestare dell’allora governatore Arnold “T-800” Schwarzenegger. Il divieto di vendere videogiochi violenti ai player di minore età avrebbe infatti violato il Primo Emendamento della Costituzione a stelle e strisce .
Lo stato della California era stato così obbligato a versare 950mila dollari nelle casse dell’industria dei videogiochi, in particolare la Entertainment Software Association (ESA). Un rimborso già abbastanza oneroso per i contribuenti californiani, ora lievitato a 1,8 milioni di dollari se considerate tutte le spese legali sostenute nel corso della fallimentare crociata.
Calcoli più precisi hanno infatti evidenziato 300mila dollari pagati dallo stato californiano ai legali dell’industria, a cui va aggiunto mezzo milione per gli avvocati dell’accusa . Intervenuto a mezzo stampa, il senatore Yee non sembra avere particolari rimpianti: la causa contro i videogiochi violenti è stata necessaria per proteggere tutti i minori d’America. (M.V.)