Due anni di interviste e ricerche, culminati in uno studio che ha mandato su tutte le furie i vertici della Entertainment Software Association (ESA). Un report dettagliato, recentemente pubblicato tra le pagine online della rivista statunitense Pediatrics . A firmarlo, il ricercatore Douglas Gentile, attualmente alla guida dei Media Research Lab presso la Iowa State University.
Circa il dieci per cento degli adolescenti di Singapore avrebbe manifestato stati profondi d’ansia, addirittura maturato sindromi depressive dopo aver abbandonato alcune delle basilari esperienze sociali. La colpa dei brutti voti a scuola sarebbe dunque da imputare ai videogiochi, che attirerebbero un ragazzino su dieci per una media di 20 ore a settimana . Un’esposizione pericolosa – almeno secondo Gentile – che porterebbe a un numero maggiore di fobie di natura sociale.
Lo studio ha subito scatenato le più aspre reazioni , in primis da parte dei vertici della International Gaming Research Unit della Nottingham Trent University. Il dirigente Mark Griffiths ha infatti sottolineato come sia del tutto normale che un ragazzino passi tra le due e le tre ore alle prese con una console . I videogame avrebbero sostituito la televisione tra le principali attività nel tempo libero .
Più duro il commento della ESA , a mettere in discussione le stesse metodologie del lavoro di Gentile. Il ricercatore statunitense, secondo i rappresentanti dell’industria videoludica, avrebbe in primis selezionato scrupolosamente il suo campione di 3mila adolescenti di Singapore, rendendolo poco rappresentativo. La sua definizione di gioco patologico non sarebbe poi basata su alcun fondamento scientifico o medico , almeno secondo alcuni ricercatori a stelle e strisce.
ESA ha dunque cavalcato le critiche, sostenendo di essere a favore di ricerche credibili e documentate sui videogame. Il lavoro di Gentile sarebbe invece dettato da un astio di fondo nei confronti dei titoli videoludici, i cui effetti sulla psiche umana erano già stati presentati come catastrofici. Stando ad un comunicato stampa di ESA, il rapporto tra videogiochi e disturbi mentali non sarebbe mai stato dimostrato . Schermi e console avrebbero invece migliorato le vite umane nei settori dell’educazione e delle applicazioni business.
Mauro Vecchio