Lanciato nel 2004 con un anno di anticipo rispetto al più noto concorrente YouTube, Vimeo annuncia oggi un cambiamento radicale nel proprio modello di business. Non l’introduzione di una nuova funzionalità o caratteristica, bensì l’avvio di un’attività del tutto differente che si concretizza con l’esordio di Stock. Un segno di resa rispetto alla dilagante presenza di YouTube? Forse. Una valida strategia per differenziare gli introiti? Sicuramente.
Vimeo Stock
L’ambito è sempre quello dei video, ma anziché concentrarsi sull’upload e lo streaming delle clip offrendo una vetrina da sempre apprezzata da registi, creatori indipendenti e addetti ai lavori, Vimeo opererà in qualità di marketplace attraverso il quale vendere e acquistare contenuti. Uno store in cui videomaker saranno in grado di distribuire e generare profitti dalle loro opere, entrando in contatto con altri creativi, agenzie pubblicitarie, aziende e così via.
Dando uno sguardo al catalogo e ai prezzi si trovano filmati non esclusivi (dei quali dunque l’acquisto non garantisce la proprietà) con risoluzione Full HD proposti a 79 dollari e in 4K a 199 dollari. Se invece si vuol essere certi che nessun possa utilizzare lo stesso contenuto in un altro progetto bisognerà sborsare 299 dollari per il formato Full HD e 499 dollari per il 4K. I sottoscrittori di un abbonamento a pagamento otterranno un 20% di sconto sulla somma. Queste le parole del CEO Anjali Sud, riportate in un’intervista pubblicata sulle pagine di Axios.
Oggi il 100% del nostro modello di business è Software as a Service, come Dropbox o Slack. Abbiamo visto una tale crescita organica dei tool software destinati ai creatori che è stato chiaro avremmo dovuto concentrarci su questo.
Il numero uno del gruppo non lo esplicita, ma pare piuttosto chiaro come la decisione sia stata presa anche in considerazione di un margine di crescita sempre più ridotto nel mondo dello streaming video, letteralmente cannibalizzato dai grandi player pronti a investire ingenti somme nella realizzazione di contenuti originali al fine di attrarre e conquistare nuovo pubblico.
L’accordo tra Vimeo e i creatori prevede che a questi ultimi sia riconosciuto il 60-70% dei profitti generati dalle vendite effettuate via Stock, che l’azienda definisce un “royalty-free stock marketplace”. Una percentuale di gran lunga superiore rispetto a quella garantita dalle principali alternative (come Shutterstock) che limitano invece la quota al 30-40%.
La qualità è requisito imprescindibile per coloro che desiderano proporre i loro contenuti sul nuovo store. Ogni clip è controllata e certificata dal team al lavoro sul progetto. Vimeo Stock è fin da subito accessibile da 150 paesi di tutto il mondo e disponibile in 7 lingue (italiano non compreso), con supporto alle transazioni in 29 monete diverse.