Tra i pionieri di Internet, l’attuale chief internet evangelist di Google Vint Cerf ha lanciato il suo personale allarme ai principali produttori di dispositivi connessi alla Rete. All’ultima edizione del ciclo di conferenze RSA, la continua eruzione di apparecchi smart – dalla televisione ai frigoriferi – dovrebbe risultare meglio confinata all’interno di sistemi di sicurezza basati su efficaci meccanismi di autenticazione da parte degli utenti.
Nella preoccupata visione del padre del protocollo TCP/IP, la futura Internet delle cose dovrebbe oggi affrontare delicate problematiche legate alla sicurezza dei suoi sistemi connessi , dal momento che il numero complessivo dei dispositivi web-enabled è sorprendentemente in aumento. Come sottolineato da Cerf, negli ormai lontanissimi anni ’80 nessuno avrebbe mai immaginato un tostapane capace di scambiare dati attraverso la Rete.
In futuro persino un condizionatore potrebbe trasformarsi in una bomba tra le mani sbagliate. Cerf ha così denunciato gli scarsi risultati finora raggiunti dai vari produttori di dispositivi per “chiudere” i sistemi informatici a cui sono stati collegati elettrodomestici, computer e smartphone. Gli hacker potrebbero facilmente sfruttare queste falle lasciate aperte nelle infrastrutture di sicurezza nelle reti di unità connesse.
Tra le possibili soluzioni offerte da Cerf nel suo keynote alle RSA Conference, lo sviluppo di un sistema di autenticazione avanzato che fornisca a tutti i consumatori una serie di chiavi di sicurezza sia pubbliche che private . I vari dispositivi saranno così in grado di riconoscere i legittimi proprietari, in modo da scongiurare eventuali intrusioni non autorizzate che metterebbero seriamente a rischio i numerosi network nazionali.
Mauro Vecchio