ShaceShipTwo, il velivolo suborbitale targato Virgin e battezzato VSS Enterprise , ha spiccato per la prima volta il volo nei cieli della California.
L’Enterprise si è staccato dal suolo per 2 ore e 54 minuti, ma rimanendo ancora attaccato al suo WhiteKnightTwo, aeroplano custode che ha vigilato sul primo salto e che lo accompagnerà anche nei voli successivi. Quest’ultimo test di volo “assistito” è tuttavia il primo di una serie che servirà a verificarne l’aerodinamica in un ambiente reale controllato .
Prosegue così la strada di Virgin Galactic, il progetto con cui il miliardario inglese Richard Branson vuole portare turisti facoltosi nello spazio, e che rappresenta la prima iniziativa privata nel settore dei voli spaziali.
Prossima fase: verificare le manovre in volo del velivolo. Sarà a questo punto che il WhiteKnightTwo lascerà libero SpaceShipTwo e il suo pilota. Che dovrà effettuare da solo il ritorno a terra. Nella fase immediatamente successiva, attesa per il prossimo anno, Enterprise inizierà ad utilizzare il suo motore a razzo che dovrebbero spingerlo oltre al muro del suono e al confine del 100 chilometri di altitudine, convenzionalmente ritenuto l’inizio dello spazio esterno.
Non è stato stabilito un programma più dettagliato. Occorrerà infatti attendere i risultati dei collaudi per programmare le scadenza successive, tuttavia l’obiettivo per gli ultimi test, quelli che si svolgeranno con passeggeri, è stabilito per inizio 2012.
I tempi, d’altronde, non sono ininfluenti nella nuova corsa allo spazio: anche la Russia potrebbe ora lanciarsi nel turismo spaziale con la produzione di una nuova navicella Soyuz costruita proprio per tale scopo. Infatti la capacità produttiva russa è cresciuta negli ultimi anni e dovrebbe permettere di costruire cinque astronavi all’anno invece di quattro. Marginalità che potrebbe risultare strategica nella corsa al turismo spaziale. E che potrebbe portare i turisti alla International Space Station (ISS) in due o tre anni.
Claudio Tamburrino