Roma – Virtual Server morirà per risorgere in Windows. Il gigante del software ha infatti intenzione di prendere la tecnologia alla base del software di virtualizzazione acquistato nel 2003 da Connectix e integrarla in una futura versione di Longhorn, prossimo successore di Windows XP e Windows Server 2003.
La tecnologia a cui sta lavorando Microsoft, chiamata in gergo hypervisor , verrà introdotta in Longhorn Server in un momento successivo al suo lancio sul mercato: farà infatti probabilmente parte del primo service pack o della Release 2 (R2) del sistema operativo, rispettivamente previsti per il 2008 e il 2009.
“Quasi tutto, se non tutto, quello che può fare oggi Virtual Server verrà incluso in Longhorn”, ha detto Bob Muglia, senior vice president di Microsoft, in un’intervista a ComputerWorld . “Diverrà di fatto una funzionalità del sistema operativo”.
Quando questo avverrà, Microsoft cesserà di vendere Virtual Server come un prodotto separato: alcuni analisti sostengono che alla base di questa decisione vi sia la scarsa presa sul mercato di questo software, che se la deve vedere con il più noto e sofisticato VMware e con il pacchetto open source Xen. Quest’ultimo, in particolare, sta riscuotendo un buon successo nel settore di Linux, e si è già guadagnato l’appoggio di colossi come IBM, AMD e Novell.
L’ultimo aggiornamento a Virtual Server 2005 arriverà verso la fine di quest’anno sotto forma di service pack: questo dovrebbe includere il supporto ad alcuni sistemi operativi guest differenti da Windows (come Linux e Solaris), ai processori x86 a 64 bit e dual-core, alle tecnologie di virtualizzazione hardware di Intel ( Virtualization Technology ) e di AMD ( Pacifica ), e al clustering iSCSI.
Hypervisor erediterà queste caratteristiche e permetterà agli utenti di Longhorn di far girare sullo stesso server differenti versioni di Windows e altri sistemi operativi. Attualmente non è tuttavia chiaro se tali funzionalità, o un loro sottoinsieme, verranno implementate anche nella versione desktop di Longhorn.
“Gartner vede l’integrazione della tecnologia di virtualizzazione all’interno del sistema operativo come un passo naturale nell’evoluzione della piattaforma x86”, ha affermato Thomas Bittman, vice president del settore Research e analista di Gartner. “Grazie a questa integrazione, crescerà l’utilizzo di piattaforme di virtualizzazione da parte delle aziende, che punteranno a sfruttare al meglio questa tecnologia per migliorare l’efficacia e la flessibilità degli ambienti hardware esistenti, rendendo ancora più importante l’aspetto della gestione dell’infrastruttura IT”.
Lo scorso aprile Ballmer ha anche annunciato l’integrazione tra il software di management Microsoft Operations Manager (MOM) 2005 e Virtual Server 2005 e l’intenzione della propria azienda di offrire ai partner licenze royalty-free per il formato d’immagine Virtual Hard Disk (VHD).