Roma – L’ufficio del governo tibetano in esilio, lo stesso che gestisce il network di supporto al Dalai Lama e ai suoi assistenti, è stato preso d’assalto negli ultimi giorni da un virus proveniente dalla Cina. A riferirlo nelle scorse ore sono stati i responsabili dell’ufficio.
Stando alla ricostruzione fornita da Jigme Tsering, responsabile del Centro risorse informatiche del Tibet a Dharmsala, in India, non soltanto il network governativo ma anche una serie di organizzazioni e associazioni che si battono per i diritti del popolo del Tibet sono stati oggetti dell’infezione informatica scatenata dai cinesi.
Tsering è certo che si tratti di un attacco cinese perché analizzando il virus e le email con cui è giunto sarebbe stato possibile individuare come origine del male elettronico alcuni indirizzi cinesi, alcuni dei quali appartenenti ad enti governativi. Una notizia che non sorprende il funzionario tibetano.
Il virus, che è stato bloccato, aveva il potenziale di distruggere i contenuti degli hard disk e sarebbe stato inviato due volte tra agosto e settembre. In passato, invece, cracker cinesi avevano tentato di accedere ai database del network.
Come si ricorderà il Dalai Lama ha stabilito la sede del governo in esilio a Dharmsala fin dal momento della fuga dall’occupazione cinese. Proprio in queste settimane, per la prima volta da decenni, una delegazione di tibetani in esilio è stata ammessa dalle autorità di Pechino a visitare il proprio paese di origine.