Roma – In attesa dell’avvio del procedimento giudiziario che potrebbe sulla carta portarlo in galera per dieci anni, il 18enne americano Jeffrey Lee Parson ha fatto sapere di essere sconvolto dal modo in cui i media hanno trattato il suo caso.
Parson, che ha ammesso di aver creato una variante di Blaster per poi immetterla in rete, accusa le autorità federali americane di aver ingigantito il suo caso e ritiene i media responsabili per la pessima immagine di sé che viene data.
“Ho un gruppo di veri amici – ha spiegato Parson – che mi sostiene, non sono un ragazzo incosciente, non assumo droghe, non fumo e non bevo. Questa è la prima volta che ho avuto a che fare con la legge. Ma è duro vedere come vengo descritto. Non sono depresso, non sono imbarazzato a causa del mio peso né ho altri problemi”.
La tesi di Parson, che oltre ai dieci anni di galera rischia anche 250mila dollari di multa, è che il suo caso sia montato artatamente per creare un precedente. “Mi rendo conto – ha dichiarato alla MSNBC – che il Governo debba prendere qualcuno per certi crimini. Ma non sono io quello che hanno bisogno di catturare”.
Nelle stesse ore i genitori di Parson sono apparsi in televisione durante un noto show serale, sostenendo che il figlio tutto è meno che un prodigio. “Mio figlio – ha dichiarato la madre – non è brillante, non è un genio. Chiunque abbia conoscenza di informatica avrebbe potuto fare quello che ha fatto Jeff”.
La strada per il giovane virus writer è tutta in salita e la sua difesa sarà condotta da un avvocato d’ufficio: la sua famiglia non può permettersi un legale.