Roma – Chi scrive virus è tendenzialmente un maschio tra i 14 e i 34 anni ossessionato dal computer e dall’informatica. A dirlo non è uno qualunque, si tratta infatti di Jan Hruska, direttore esecutivo di Sophos , una nota società di produzione di software antivirus britannica.
Secondo Hruska, i giovani virus writer tendono ad isolarsi dal mondo esterno essendo catturati dal computer e se scrivono worm e virus è per rispondere a delle pulsioni che vengono frustrate. In genere, sostiene il manager, si tratta di ragazzi che non hanno una ragazza e hanno difficoltà a intrattenere rapporti sentimentali.
“Hanno una mancanza cronica di fidanzate – attacca Hruska – sono socialmente disadattati e sono trascinati ossessivamente alla scrittura di codici che si auto-replicano. Per loro è una forma di graffito digitale”.
Ancora secondo Hruska, ogni mese un vero e proprio esercito di questi virus writer in mezzo mondo rilascia una quantità di virus, fino a mille, e si tratta di codici che continuano a colpire. “Fino ad oggi – afferma Hruska – non abbiamo avuto segni di decrescita nell’interesse verso la realizzazione di virus”.
Al profilo del virus writer, Hruska sostiene di essere arrivato semplicemente osservando le caratteristiche di quegli autori che sono stati individuati e denunciati, come il gallese Simon Vallor, un 22enne che è stato condannato di recente a due anni di carcere per aver realizzato un worm capace di diffondersi in 42 diversi paesi su più di 27mila computer.
E il futuro? Secondo Hruska aumenteranno ancora i sistemi operativi e le loro diversità sul mercato e con essi aumenteranno anche i virus capaci di colpire questo o quel sistema nello specifico e, dunque, sarà sempre necessario tenere alto il livello di attenzione per il rischio-virus.