La vittoria di Donald Trump potrebbe avere conseguenze negative per il settore tech. Durante la campagna elettorale, il 47esimo Presidente degli Stati Uniti ha dichiarato che aumenterà i dazi sulle importazioni. L’obiettivo è spingere le aziende ad utilizzare fabbriche e manodopera statunitensi. Ciò comporterà quasi certamente un aumento dei prezzi finali.
Guerra commerciale con la Cina
I dazi sono applicati in molti paesi, ma quelli promessi da Trump sembrano più uno strumento di protezionismo. Il nuovo Presidente ha dichiarato che imporrà dazi tra il 10 e il 20% sulle importazioni, arrivando al 60% per la Cina. Secondo Trump, la produzione fuori dagli Stati Uniti ha tolto posti di lavoro agli americani. Incrementando i dazi, le aziende statunitensi saranno costrette a riportare le fabbriche in patria e i concorrenti stranieri verranno esclusi dal mercato interno.
Molti dispositivi elettronici (smartphone, tablet, notebook e altri) integrano componenti hardware prodotti nelle fabbriche cinesi. Un aumento da dazi sulle importazioni porterà ad un aumento dei costi. I produttori potrebbero “assorbire” i dazi oppure “scaricarli” sui consumatori, incrementando i prezzi finali. Non è difficile prevedere quale opzione verrà scelta. Le conseguenze sarebbero ovviamente negative anche per gli utenti europei.
Secondo una stima della Consumer Technology Association (che organizza il CES di Las Vegas), il prezzo di un notebook aumenterebbe del 46%, quello di una console del 40% e quello di uno smartphone del 26%. Ciò causerà una diminuzione della domanda del 54%, 57% e 44%, rispettivamente. E non ci saranno nuovi posti di lavoro o nuove fabbriche. In ogni caso, gli stipendi per i lavoratori e i costi associati alla costruzione delle fabbriche verrebbero passati ai consumatori.