Il fervore con cui si combattono le battaglie per la proprietà intellettuale arriva al punto da spingere un’azienda del porno a denunciare un produttore di un dispositivo hardware per non venir confuso con esso. Se può sembrare logico che un’università registri un dominio XXX per non vedere il suo nome usato a fini pornografici, è molto più strano che accada il contrario: eppure questo caso con il caso che vede il produttore di contenuti a luci rosse Vivid Entertainment denunciare HTC per l’utilizzo del nome “Vivid” per uno smartphone hanno molto in comune.
Il colosso del porno Vivid Entertainment ha inviato una lettera di diffida a HTC in cui chiede di non usare il marchio commerciale “Vivid” per classificare l’ultimo modello di smartphone, perché c’è il serio rischio che venga associato con il suo nome . In caso di mancata ottemperanza, procederà con la denuncia.
HTC non ha commentato il caso, che sembra inscriversi nel nuovo genere di cause ormai consuete per il settore ICT con al centro marchi: ad essere chiamati in causa non sono le tecnologie brevettate, ma la riconoscibilità di un simbolo e di un nome agli occhi degli utenti.
Nel caso Vivid contro HTC al centro c’è un nome, proprio come nel caso delle denunce depositate contro Google per l’utilizzo del nome Android o contro Twitter per il termine “tweet”. A differenza degli altri casi, tuttavia, la denunciante ha una certa riconoscibilità nel suo settore, soprattutto per un’esperienza quasi trentennale e per la diffusione di una serie di film a luci rosse con protagoniste Kim Kardashian e Paris Hilton.
Claudio Tamburrino