Roma – Nata sui server, ed in seguito diffusasi sui PC mainstream, la virtualizzazione è pronta a sbarcare anche sui telefoni cellulari. A preannunciare questo debutto è VMware , già pioniera delle tecnologie di virtualizzazione per PC, che ha svelato di essere al lavoro su di un prodotto specificamente progettato per i dispositivi mobili.
VMware Mobile Virtualization Platform ( MVP ) viene descritta dalla società californiana come un “sottile layer software” che, inglobato in un dispositivo mobile, è in grado di far girare sistema operativo, applicazioni e dati all’interno di una macchina virtuale. Lo scopo è quello di separare il software che gira sul dispositivo dall’hardware sottostante , così da permettere a produttori e operatori di sviluppare un singolo stack di driver e applicazioni compatibile con tutti i telefoni prodotti o venduti, indipendentemente da quale CPU o chipset essi utilizzano. Questa possibilità, secondo VMware, abbatterà i tempi di time-to-market ed eliminerà i costi di porting del software .
L’azienda di Palo Alto sostiene poi che la propria MVP possa essere utilizzata dai carrier per far girare i servizi di sicurezza e trusting , come DRM e autenticazione, in una macchina virtuale ad hoc: anche nel caso in cui il sistema operativo dovesse venire compromesso, ha spiegato VMware, tali componenti rimarrebbero inviolati. L’azienda ritiene che questo aspetto della virtualizzazione possa incentivare i carrier ancora legati a sistemi operativi embedded non mainstream a migrare verso piattaforme come Windows Mobile, Symbian e Linux, ritenute intrinsecamente meno sicure degli OS meno noti e “blindati” ma capaci di offrire agli utenti un bacino vastissimo di applicazioni.
Ma a beneficiare della virtualizzazione, dice VMware, non saranno soltanto produttori e carrier, ma anche gli utenti finali. Questi ultimi potranno infatti creare più profili e farli girare in macchine virtuali distinte: in questo modo sarà possibile tenere separati, ad esempio, i file e i dati del profilo “privato” con quelli del profilo “lavoro”. Questo sistema, secondo VMware, potrebbe entrare a far parte delle policy di sicurezza aziendali.
La software house americana ha poi citato come ultimo vantaggio la possibilità di creare l’immagine di un profilo utente e migrarla su qualsiasi altro dispositivo dove giri MVP: in questo modo, sarà possibile portare file, contatti, applicazioni e dati personali da un device all’altro senza sforzo.
La piattaforma di virtualizzazione mobile di VMware si fonda sulle tecnologie che quest’ultima ha recentemente acquisito da Trango Virtual Processors . Inizialmente MVP supporterà Windows CE 5/6, Linux 2.6.x e Symbian 9.x , oltre ad alcuni altri sistemi operativi embedded specializzati, ed è già in piano il futuro supporto di Android e Palm OS.
VMware prevede che i primi dispositivi mobili dotati del proprio software di virtualizzazione debuttino sul mercato tra circa un anno o, al massimo, 18 mesi . L’azienda sostiene che diversi produttori stanno già testando il prodotto, ma per il momento ha preferito non fare i nomi di queste aziende.