Forte del pronunciamento antitrust dello scorso maggio , la britannica Vodafone ha deciso di portare in tribunale Telecom Italia: ha avviato una causa civile presso il foro di Milano con una sontuosa richiesta di indennizzo da 1 miliardo di euro , accusando l’incumbent di “una serie di condotte abusive poste in essere da Telecom tra il 2008 e il 2013 che avrebbero rallentato lo sviluppo della concorrenza nei mercati di rete fissa”. In altre parole: Telecom avrebbe approfittato del suo ruolo per impedire ai concorrenti di fare affari.
A differenza della sentenza Antitrust, contro cui Telecom ha comunque fatto ricorso, Vodafone chiede conto dell’operato di molti più anni, sino al 2008. E non si parla di mercato business, quello delle aziende, bensì del mercato residenziale : quello dei clienti privati, terreno di scontro fatto di enormi budget pubblicitari e sempre più messo in difficoltà dal progredire nella diffusione delle reti mobili, all’interno del quale Telecom avrebbe messo in atto pratiche che per Vodafone sarebbero anticompetitive.
Stando a quanto riferisce Alessandro Longo su Repubblica , sarebbero tre i punti su cui si focalizza l’azione civile intentata da Vodafone: Telecom avrebbe ostacolato l’accesso del concorrente all’infrastruttura (la rete fissa di cui si parla continuamente, negli ultimi mesi, visto che è realistica la possibilità di uno scorporo ); Telecom avrebbe imposto prezzi all’ingrosso eccessivi; Telecom avrebbe portato avanti pratiche commerciali mirate al “recupero” della clientela tramite offerte formulate avvalendosi di informazioni di cui era in possesso, ma che non avrebbe dovuto impiegare a questo scopo.
Come fa notare Longo, se per il primo e il terzo capo di accusa è possibile avere una indicazione più precisa della consistenza (analisi della frequenza con la quale Telecom ha rigettato il passaggio di un’utenza ad altro operatore nel primo caso, testimonianze di clienti nell’altro), per quanto attiene i prezzi pagati all’ingrosso da Vodafone e gli altri operatori concorrenti la faccenda è più complessa: Agcom ha aperto di recente un’approfondimento su questo fronte, e pertanto venire a capo della faccenda in tribunale non sarà così semplice.
“Il mancato sviluppo della concorrenza nella rete fissa ha causato il forte ritardo dell’Italia nella banda larga, che oggi è agli ultimi posti in Europa per diffusione della banda larga fissa, e ha danneggiato i consumatori che non hanno potuto beneficiare dell’effetto della competizione sui prezzi né di servizi Internet avanzati” sostiene Vodafone in una nota sull’argomento. Telecom Italia da parte sua ovviamente nega ogni cosa : “Vodafone (…) non è nuova a iniziative di competition by litigation . Vale la pena ricordare che una simile pretestuosa iniziativa avviata negli anni scorsi (…) si è poi definita con un nulla di fatto e nessun esborso”. Pertanto, Telecom Italia ritiene di poter “dimostrare la assoluta correttezza dei propri comportamenti”.
Luca Annunziata