Genova – Spett.le Redazione di Punto Informatico, sono un vostro lettore da tanto tempo, nonché professionista nel campo dell’informatica con esperienza decennale, e vi scrivo per segnalarvi una mia lamentela sul prodotto in oggetto, e la relativa soluzione che vorrei condividere con più gente possibile.
Sono utente di Vodafone (ancora quando si chiamava Omnitel) fin dal 1998, nel complesso abbastanza soddisfatto. Pur abitando nel centro di una grande città (Genova), la mia zona non è raggiunta dall’ADSL, e la Telecom non fa previsioni di quando potrà rimediare a questa vergognosa mancanza: perciò, in questi anni mi sono sempre arrangiato con il modem a 56K. Quando nell’autunno 2006 la Vodafone iniziò a commercializzare la Internet Box (modem UMTS con tecnologia HSDPA), a una tariffa tutto sommato ragionevole (30 EUR/mese per 60 ore di collegamento, poi portate a 100), non esitai a sottoscrivere un abbonamento. Seppure con alti e bassi, devo ammettere che nel complesso questa soluzione ha contribuito, nell’ultimo anno solare, ad assottigliare il “digital divide” che ancora nel 2007 mi separa dalla banda larga.
I problemi sono nati quando, qualche settimana fa, dopo aver comprato un nuovo notebook con Windows Vista, ho scoperto con mio disappunto che questo sistema operativo non è supportato: sia dal 190 sia in due negozi Vodafone One della mia città ho trovato porte chiuse e una diffusa incompetenza. L’alternativa è comprarsi la nuova Internet Box della Huawei, o riceverla gratuitamente con l’impegno di sottoscrivere un contratto biennale per 24 mesi a 30 EUR/mese e penale di recesso (cosa che io trovo semplicemente assurda).
Con una approfondita ricerca su Internet ho scoperto che la Vodafone tedesca commercializzava un prodotto molto simile, chiamato EasyBox, che al contrario della sua “sorella” italiana era supportata. Ho scaricato i driver, e con poche prove sono riuscito a farlo funzionare senza problemi, sul mio PC e su quello di un amico che aveva lo stesso problema. Nel complesso la procedura da seguire è facile (ad es. non è necessario nessun aggiornamento firmware), e così ho deciso di descriverla in modo dettagliato sul mio sito Internet personale bloomingstars.com
Ora, io non riesco a capacitarmi di questo comportamento: sarebbe stato così difficile fornire il supporto anche qui in Italia? Io non lo trovo giusto.
Tengo infine a precisare che il mio fine non è né di farmi pubblicità, né di trarre alcun profitto dalla cosa (sono un lavoratore dipendente e il sito Internet menzionato ha carattere tipicamente hobbystico che riguarda solo parzialmente l’informatica). Ma ho pensato di scrivervi chiedendovi cortesemente di pubblicare questa mia, affinché anche altri consumatori possano sfruttare meglio ciò per cui hanno pagato.
Emmanuele Sordini
Caro Emmanuele
credo sia doveroso segnalare il “workaround” che hai individuato per un problema che può interessare sicuramente un discreto numero di utenti che seguono PI Telefonia . Per gli altri risulta sicuramente utile riflettere sul fatto che a Genova, in centro, ci sono case non raggiunte dalla banda larga.
A presto
Alberigo Massucci