Milano – Nel mercato italiano delle telecomunicazioni ci sarà presto un nuovo protagonista in grado di offrire soluzioni convergenti fisso-mobile: è Vodafone , che in virtù del recente accordo siglato con Tele2 è pronta ad acquisire le due divisioni (italiana e spagnola) del gruppo svedese, con un’operazione che si perfezionerà entro fine anno e che comporterà per l’operatore britannico un investimento da 755 milioni di euro.
Se l’affare si concluderà positivamente (l’operazione è sottoposta all’approvazione delle Authority che vigilano sulla concorrenza), Vodafone in Italia sarà dunque la terza compagnia telefonica convergente, ossia in grado di proporre alla propria clientela soluzioni integrate fisso-mobile, oltre a Telecom Italia (presente sul fisso con la propria rete e sul mobile con TIM ), e Wind (presente sul mobile con la propria rete e sul fisso con Infostrada ).
Che cosa significherà questa novità per gli utenti? Innanzitutto, con tutta probabilità, un cambiamento del nome delle attività italiane di Tele2 su rete fissa, che ora si chiameranno Vodafone. È inoltre verosimile che l’operatore formuli un’offerta residenziale con tariffe ribassate per le chiamate effettuate da telefono fisso verso i cellulari di famiglia (e viceversa), replicando in chiave domestica ciò che già viene proposto alla clientela business con l’offerta Vodafone RAM .
Ma l’attenzione dell’azienda sarà indubbiamente focalizzata sul mercato broad band, dove poter veicolare soluzioni mirate alla convergenza: la rete di Tele2 Italia conta oltre 2,6 milioni di clienti attivi di cui almeno 400mila sono utenti di servizi broad band. Ad operazione ultimata, questo bacino di utenza sarà tutto di Vodafone. E sarà così possibile ampliare il bouquet di offerte Vodafone Casa, integrandovi servizi di connettività Internet: le soluzioni semiconvergenti proposte congiuntamente con Fastweb non avevano conseguito gli obiettivi attesi e, ora che quella partnership è sciolta , ecco che Vodafone dispone di una propria rete fissa e può decidere autonomamente come gestirla, assecondando la propria ambizione di allargarsi al business nonwireless .
“Abbiamo una presenza broad band in Gran Bretagna, Germania e Francia – ha riferito un portavoce di Vodafone al Times Online – Questa operazione completa la nostra presenza nei principali mercati europei”. Ed aiuterà la compagnia a fare ciò che oggi non può, ossia contrastare Telecom Italia che – con la sua offerta Unica – propone una soluzione quadruple play: telefonia fissa, mobile, connettività Internet e TV, ad un canone mensile all-inclusive di 78,53 euro.
L’operazione italo-spagnola di Vodafone su Tele2 (che mantiene la propria presenza sugli altri mercati in cui è operativa) fa riflettere sul futuro del mercato delle TLC: la tendenza attuale sembra infatti portare ad una concentrazione delle attività nelle mani di pochi protagonisti, prefigurando a medio-lungo termine un regime di oligopolio che, sull’utenza, potrebbe non avere conseguenze positive. Nel settore della banda larga questo purtroppo sta già avvenendo , con la caduta delle aziende di piccole dimensioni che soccombono per l’accumularsi di debiti nei confronti dell’incumbent, proprietario della rete. Un elemento che Antitrust e Authority TLC non possono fare a meno di tenere presente nelle proprie valutazioni.
Dario Bonacina