Ennesima controversa iniziativa del dottor J. Craig Venter , biologo e uomo d’affari americano che già anni fa aveva tentato il colpaccio con i dati del progetto Genoma Umano : piuttosto che guadagnare sul materiale genetico, Venter intende questa volta registrare all’ufficio brevetti americano – e non solo – un metodo per la creazione del primo organismo artificiale sviluppato dall’uomo partendo dai suoi geni costituenti.
La richiesta di brevetto da parte del J. Craig Venter Institute – il laboratorio creato dal biologo dopo essere stato sbattuto fuori dalla società Celera Genomics da lui stesso fondata – pretenderebbe di avere la proprietà esclusiva di un certo sparuto set di geni , oltre che di un cosiddetto “organismo non parassitario capace di crescere e replicarsi” creato partendo dai suddetti geni essenziali, come riporta BBC .
Identiche pretese secondo Venter si dovranno estendere all’intera WIPO, l’Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale, e in questo caso gli effetti dell’eventuale brevetto interesserebbero 100 diversi paesi in tutto il mondo.
Venter lavora da anni al “salto di qualità” verso gli organismi completamente sintetici e avrebbe trovato il bozzolo di questa “nuova vita” nel corredo genetico del batterio Mycoplasma genitalium : rimuovendo uno alla volta i geni del microrganismo, Venter e il suo staff sono riusciti a identificare il numero minimo essenziale delle particelle cromosomiche necessarie affinché esso sia in grado di riprodursi e vivere in un ambiente controllato: sui 482 geni totali costituenti il corredo originario del Mycoplasma genitalium, 381 sono risultati essenziali per non intaccarne le funzionalità basilari.
Insomma Venter punta a brevettare la vita, piuttosto rimaneggiata ma sempre composta da geni recuperati in natura: una prospettiva che ha fatto alzare le barricate al gruppo ambientalista canadese ETC Group , che parla di “Virus di Pandora” e ribattezza il nuovo microrganismo “Synthia”. Secondo l’associazione è necessario agire ora e subito , prima che il brevetto venga approvato dagli istituti interessati.
“Questo monopolio rappresenta il segnale d’inizio di una gara commerciale azzardata che mira a sintetizzare e privatizzare le forme di vita artificiali” ha dichiarato un esponente di ETC Group, che si lamenta del fatto che Venter e sodali pressino le istituzioni di brevetto senza aver dato modo all’opinione pubblica di dibattere adeguatamente sulle problematiche della vita artificiale e le sue “profonde implicazioni sociali, etiche ed ambientali”.
Venter, dal canto suo, sostiene che il lavoro che sta facendo sarà in grado di portare vantaggi sostanziali all’umanità intera , e prospetta la creazione di batteri in grado di “mangiare” i gas serra e quindi ridurre a zero l’inquinamento ambientale o di generare biocombustibili come l’etanolo e l’idrogeno che non inquinino l’aria.
Alfonso Maruccia