Roma – Il modo con cui vengono archiviati e ricercati in rete i dati e le registrazioni delle videoconferenze è l’oggetto del nuovo standard Voice-over-IP (VoIP), ratificato come tale dalla International Telecommunications Union ( ITU ), organizzazione che fa capo all’ONU.
In particolare, come ha spiegato il curatore dello standard, Tyler Johnson dell’Università del North Carolina, il VoIP H.350 è già ampiamente utilizzato e oggetto di prodotti o servizi e consente di gestire al meglio le conferenze audio-video a cui possono partecipare utenti di rete anche molto distanti tra loro.
Come noto, le tecnologie VoIP sono sistemi che si avvalgono delle infrastrutture di rete dati per trasportare voce e possono, appunto, anche gestire una combinazione di audio e video , dove l’unico limite è rappresentato naturalmente dalla banda disponibile per la conferenza. Il vantaggio, evidentemente, è quello di poter effettuare chiamate ad un costo internet anziché al costo delle normali chiamate telefoniche.
Che il VoIP non sia però limitato solo al mondo delle videoconferenze ma rappresenti una valida e solida alternativa alla telefonia tradizionale lo dimostra anche l’interessante decisione annunciata nelle scorse ore da un comune del Michigan, negli Stati Uniti. Coldwater, infatti, sarà il primo comune a vendere servizi VoIP ai residenti.
Nella cittadina, che conta circa 10mila abitanti, è attivo un solo operatore telefonico, Verizon, e l’idea di proporre il VoIP come alternativa ai servizi tradizionali si lega agli accordi stretti dal comune con un altro operatore per l’offerta di servizi a banda larga. Per spingere i residenti ad adottare il broad band, dunque, si spera anche nell’attrattiva suscitata dalla telefonia via internet, l’alternativa economica alla fonìa analogica.