Lanciata nel lontano 1977, la sonda spaziale Voyager 1 è ufficialmente nello spazio interstellare, avendo varcato il confine esterno dell’eliosfera il 25 agosto dello scorso anno . Pubblicato sulla celebre rivista statunitense Science , l’annuncio della NASA – in collaborazione con i ricercatori alla Iowa University – è partito dall’elaborazione di dati rilevati nel corso degli ultimi mesi e da una nuova misurazione della densità del plasma di particelle a bassa energia che circondano la sonda, a mostrare un significativo incremento di quei raggi cosmici che vengono prodotti da regioni esterne al Sistema Solare.
Dopo un viaggio di quasi 40 anni, la sonda statunitense è il primo oggetto realizzato dall’uomo a raggiungere la distanza di 19 miliardi di chilometri dal Sole . In data 25 agosto 2012, gli strumenti adottati dagli scienziati della NASA avevano rilevato una brusca diminuzione dei raggi cosmici solari , scesa a intensità che rasentavano lo zero, e la presenza di particelle di diversa natura. “Subito abbiamo pensato che avesse passato il confine dello spazio interstellare”, ha ora ricordato Randy Jokipii, esperto di fisica teorica dello spazio dell’Università dell’Arizona. A bilanciare l’ottimismo di Jokipii c’erano posizioni più caute dai responsabili del progetto Cosmic Ray Subsystem (CRS) di Voyager 1: la diminuzione dei raggi cosmici provocati dal Sole, e un cambio di direzione del campo magnetico diverso rispetto a quello che gli scienziati si attendevano, avrebbero potuto contraddistinguere gli strati più esterni dell’eliosfera.
La conferma del superamento dei confini del Sistema Solare da parte della sonda spaziale statunitense è ora arrivata tramite il nuovo studio pubblicato dalla NASA: il 9 aprile del 2013 gli strumenti a bordo della sonda hanno rilevato dati che, elaborati a Terra, hanno mostrato una densità del plasma 40 volte superiore a quella dei livelli più esterni dell’eliosfera, a prova del fatto che Voyager viaggiasse nello spazio interstellare.
“Per diversi anni, l’eliopausa è stata definita dalla variazione nella densità del plasma – ha spiegato Donald Gurnett della Iowa University – la pistola fumante che mancava era dunque il dato su questo parametro, il cui valore in aprile era circa 80 volte maggiore di quello tipico dell’eliosfera e vicino a quello minimo dello spazio interstellare”.
Mauro Vecchio
Fonte immagine: NASA