A 18 miliardi di chilometri di distanza da tutti noi c’è una meraviglia della tecnologia che sta viaggiando verso lo spazio interstellare: si tratta di Voyager 2, la sonda NASA che, sulle tracce della precedente Voyager 1, ha varcato i confini del sistema solare per avventurarsi oltre.
Lo sconfinamento è avvenuto lo scorso 5 ottobre e se ne è avuta notizia soltanto da poco grazie ad una conferma ufficiale della NASA JPL. Lo sconfinamento dell’eliosfera da parte della sonda Voyager 1 è avvenuto nell’agosto del 2012.
Let's Go Interstellar ✨
Join the @NASAVoyager team live from #AGU18 as they discuss Voyager 2's crossing into interstellar space. Monday, Dec. 10 at 8am PT (11am ET, 1600 UTC) on https://t.co/NZ8Id9ErdH Tag questions #askNASA pic.twitter.com/t4TNa3By13— NASA JPL (@NASAJPL) December 10, 2018
Le spedizioni Voyager hanno avuto un’importanza incredibile non soltanto per il carico di tecnologia che si sono portate appresso, ma anche per la grandissima durata di entrambe le sonde: in missione ormai da 41 anni, la loro orbita ha attraversato l’intero sistema solare studiandone tutti i pianeti più remoti ed ora si avventura oltre, facendosi in qualche modo testimoni del Pianeta Terra laddove l’uomo non arriverà se non tra molti secoli.
E nonostante l’incredibile distanza, le due sonde non hanno ancora terminato la propria operatività: i segnali da Voyager 1 arrivano con 20 ore di ritardo mentre quelli di Voyager 2 con un ritardo di 16 ore. Un tempo di latenza più che apprezzabile alla luce delle condizioni di lavoro dei due strumenti, i quali ad oggi inviano regolarmente messaggi relativi a diagnostica, velocità, traiettoria e telemetria.
Secondo le stime, l’autonomia dovrebbe arrivare fino al 2022 o poco oltre. Uno degli aspetti più curiosi della missione è da sempre il “golden record“, un disco contenente tracce del genere umano che qualsiasi intelligenza interstellare potrebbe riprodurre per avere coscienza del fatto che esistiamo. Un aspetto poetico che, per due sonde destinate a viaggiare all’infinito nell’Universo, proietta verso l’ignoto quel che l’uomo vorrebbe ricevere: la conferma del fatto che non siamo soli, non siamo unici, non siamo semplici ospiti di una sfera in orbita attorno al Sole.