VPN bloccate in Turchia prima delle elezioni

VPN bloccate in Turchia prima delle elezioni

La Turchia ha chiesto agli Internet Service Provider di bloccare l'accesso a 16 VPN prima delle elezioni locali che si svolgeranno a fine marzo.
VPN bloccate in Turchia prima delle elezioni
La Turchia ha chiesto agli Internet Service Provider di bloccare l'accesso a 16 VPN prima delle elezioni locali che si svolgeranno a fine marzo.

Il “sultano” della Turchia ha chiesto agli ISP di bloccare l’accesso a 16 VPN. Inizia quindi l’ennesima censura di Internet per impedire ai cittadini di cercare informazioni non filtrate. Un tribunale ha inoltre ordinato a X di rimuovere 15 post condivisi dagli oppositori di Erdogan. Si tratta di misure attuate prima delle elezioni locali del mese di marzo.

Ban per 16 VPN in Turchia

In base ai documenti visti dal Financial Times, la Information Technologies and Communications Authority ha chiesto agli Internet Service Provider (ISP) di bloccare l’accesso a 16 VPN, tra cui Proton VPN, CyberGhost e Surfshark. Il ban verrà applicato oltre due mesi prima delle elezioni locali (comunali e provinciali) previste per fine marzo.

Andy Yen, CEO di Proton VPN, ha dichiarato:

I blocchi delle VPN avvengono solo nei regimi più autoritari. Bloccare l’uso delle VPN in Turchia rappresenta una mossa molto preoccupante per la libertà e costituisce una violazione dei diritti umani fondamentali delle persone. Il nuovo tentativo di limitare l’accesso alle VPN più popolari mette la Turchia alla pari con Iran e Russia.

Un’associazione turca (İFÖD) che difende la libertà di espressione sottolinea che l’uso delle VPN non è un’attività illegale, quindi il ban è stato imposto unicamente per impedire ai cittadini di cercare fonti di news non controllate dal governo. In base ai primi test effettuati dal Financial Times, alcune VPN sono state già bloccate e non è possibile nemmeno accedere ai rispettivi siti web.

La censura turca non riguarda solo le VPN, ma anche siti (locali e stranieri), social media e YouTube. Secondo le rilevazioni di İFÖD, i nomi di dominio bloccati sono aumentati da circa 350.000 a 900.000 negli ultimi cinque anni. I contenuti più censurati sono ovviamente gli articoli critici nei confronti di Erdogan.

Anche i tribunali hanno emesso diversi ordini di rimozione dei contenuti, come avvenuto per X. Alcuni cittadini sono stati arrestati per aver criticato sui social l’operato del governo in seguito al terremoto di febbraio 2023.

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Pubblicato il
15 gen 2024
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