Un gruppo di 26 studi cinematografici hanno denunciato ExpressVPN e Private Internet Access (PIA) perché non impediscono agli utenti di utilizzare il servizio per violare il copyright. I due provider pubblicizzano le VPN (Virtual Private Network), affermando che le forze dell’ordine non possono accedere ai dati degli utenti, in quanto non vengono registrate le loro attività online (politica no-log).
Hollywood contro ExpressVPN e PIA
Le VPN sono molto popolari perché consentono di proteggere la privacy degli utenti attraverso la crittografia e il reindirizzamento del traffico verso i server dei provider, nascondendo il vero indirizzo IP del dispositivo. Come altre VPN, ExpressVPN e PIA non tracciano le attività online. Gli studi cinematografici ritengono che ciò faciliti la violazione dei diritti d’autore (alcune VPN offrono anche server ottimizzati per il P2P).
In base alle denuncia, depositata presso un tribunale del Colorado, le VPN permettono la pirateria cinematografica e l’esecuzione di crimini di ogni genere, dalle molestie agli omicidi.
Un portavoce di ExpressVPN ha dichiarato che il tribunale ha respinto le accuse degli studios, mentre l’avvocato di Private Internet Access ha dichiarato che le accuse sono del tutto irrilevanti. L’azienda ha inoltre aggiunto che l’uso delle VPN è un modo legittimo di proteggere la privacy. Dello stesso parere anche la Electronic Frontier Foundation (EFF).
VPNs are an important tool for protecting privacy, and running one isn't illegal even if some users infringe copyright, EFF's @mitchstoltz tells Wired. https://t.co/T6Ytx9AwQO
— EFF (@EFF) April 28, 2022
La richiesta di monitorare gli utenti di una VPN è contraria alla legge e ovviamente alla finalità di questi servizi, ovvero impedire che il traffico Internet venga intercettato da ISP, cybercriminali e governi repressivi. Si dovrebbero però evitare frasi del tipo “ottimizzata per il torrenting” perché potrebbero essere utilizzate in tribunale.