Tokyo – I giapponesi, all’avanguardia nelle reti cellulari e relativi servizi, già da tempo usano il telefonino per fare acquisti, leggere libri, scambiarsi email, cercare ristoranti e guardare videoclip. Adesso con il cellulare ci si possono anche laureare online grazie alle università telematiche.
Questa la novità presentata da Cyber University , un ardito ateneo giapponese d’avanguardia, anzi, di cyberavanguardia , come si evince dalla sua denominazione.
La singolare iniziativa, che sta passando in queste ore di sito in sito , è costruita sull’esperienza della preesistente e consolidata fornitura di lezioni su Personal Computer, offerta dal giovane istituto universitario. La trovata guarda dunque al piccolo schermo dell’onnipresente – e, ormai, intelligente – cellulare, sul quale iniettare la sapienza dei docenti e trasferirla ai mobilissimi discepoli 2.0 del terzo millennio.
Grazie alla collaborazione dell’operatore telefonico Softbank sono dunque partiti gli esperimenti, inizialmente fruibili solo sui cellulari aziendali dell’operatore. L’unico corso adattato al piccolissimo schermo è, al momento, “Misteri delle Piramidi”. Ma, secondo Sakuji Yoshimura, gran capo dell’Ateneo e autore del corso, l’offerta dovrebbe presto ampliarsi. La… frequentazione è gratuita e l’unico costo da sostenere è l’impiego della connessione sul cellulare, che può protrarsi anche a lungo volendo rivedere i contenuti, trasmessi in streaming .
La Cyber University, precisa Inventorspot , è gestita dal Japan Cyber Educational Institute , una affiliata della stessa Softbank. Non offre alcun corso “fly-by-night” e ha alle spalle un catalogo di ben 100 corsi online, specificamente concepiti per studenti che “frequentano” tramite Personal Computer.
Alcuni hanno criticato la mancanza di interattività con gli insegnanti e con gli altri studenti che questo tipo di fruizione porta con sé, ma l’intraprendente Yoshimura è convinto che la dilagante moda del Web 2.0, del social networking e dei new media possano sopperire alle possibili perdite di qualità.
Marco Valerio Principato