Google ha deciso di non eliminare il supporto per i cookie di terze parti da Chrome, abbandonando in pratica l’obiettivo principale dell’iniziativa Privacy Sandbox. Il W3C (World Wide Web Consortium) ha spiegato i motivi per cui devono essere rimossi, tra cui il tracciamento delle attività online degli utenti a scopo pubblicitario.
I cookie di terze parti devono sparire
Dal comunicato pubblicato sul blog ufficiale si deduce che la decisione di Google non è stata accolta favorevolmente dal W3C. Il consorzio ha lavorato diversi anni insieme al team che si occupa di Privacy Sandbox per trovare la migliore soluzione alternativa ai cookie di terze parti. L’annuncio inaspettato dell’azienda di Mountain View compromette quasi tutto il lavoro fatto finora.
I cookie di terze parti sono utili in alcuni casi, ad esempio per il login o per aggiungere prodotti nel carrello dei siti di e-commerce. Ma spesso sono utilizzati per tracciare la navigazione online a scopo di sorveglianza o per visualizzare inserzioni personalizzate. Ciò rappresenta una violazione della privacy.
Secondo il W3C, la decisione di Google potrebbe ritardare la ricerca cross-browser di un’alternativa, causando un impatto negativo sulla privacy. Il consorzio spera che l’azienda californiana cambi idea.
Il Technical Architecture Group (TAG) del W3C invita a rimuovere al più presto il supporto per i cookie di terze parti da tutti i browser. Mozilla con Firefox e Apple con Safari bloccano già questi pericolosi “biscotti”.
Come detto, i cookie di terze parti sono utili per alcuni scopi. Il W3C supporta lo sviluppo di alternative che rispettano la privacy degli utenti.