Washington (USA) – Il Senato federale degli Stati Uniti ha approvato un disegno di legge, chiamato Child Protection and Safety Act , ideato per punire severamente i webmaster che espongono gli utenti minorenni a contenuti pornografici non desiderati.
Manca solo la firma di Bush, dopodiché i responsabili dei siti che reindirizzano verso foto e video “piccanti” senza protezioni e disclaimer rischieranno fino a 20 anni di reclusione .
La normativa, a detta di molti osservatori, è poco chiara su molti nodi essenziali: secondo l’esperto Declan McCullagh , rischia di finire in galera chi “utilizzerà parole chiave o immagini atte a confondere un minorenne per indurlo a visitare un sito potenzialmente pericoloso”. Definire delle pagine pornografiche con parole o metadati che si richiamano a cartoni animati o fumetti per bambini, ad esempio, costituirà un’aggravante in caso di denuncia.
Questo significa che i vari siti pornografici creati per generare preziose impression dai risultati dei motori di ricerca dovranno obbligatoriamente revisionare l’uso di parole chiave fin qui sfruttate. Il reato, in base all’interpretazione dei testi ufficiali, sussisterebbe solo ed esclusivamente se l’inserimento di parole chiave ed immagini “trappola” fosse del tutto intenzionale. “L’approvazione di questa legge”, ha dichiarato il Procuratore Generale degli Stati Uniti Alberto Gonzales, “proteggerà in maniera più efficace i bambini dal peggior incubo dei genitori americani: stupratori e maniaci”.
Al di là di questo punto piuttosto nebuloso ed aperto all’interpretazione dei giudici, il nuovo decreto prevede l’introduzione di pesantissime pene per chi vende online le cosiddette ” date rape drug “, sostanze farmaceutiche spesso utilizzate dagli stupratori per stordire vittime ignare e costringerle a rapporti sessuali. I colpevoli di reati di tipo sessuale, i cosiddetti ” sexual predator “, verranno obbligati ad utilizzare bracciali elettronici GPS affinché possano essere controllati e rintracciati dalle forze dell’ordine.
L’ FBI aumenterà inoltre l’attività di prevenzione online e godrà di nuovi poteri per perseguire lo scambio online di materiale pedopornografico e lo sfruttamento dei minori. Nelle ultime settimane un webmaster è stato condannato a 150 anni di reclusione per aver sfruttato un minorenne ed averlo filmato in comportamenti osceni: i legislatori statunitensi sembrano pertanto decisissimi a proseguire la lotta all’abuso pedofilo col pugno di ferro.