Washington (USA) – Giallo al Dipartimento di Stato americano: secondo alcune agenzie, negli ultimi giorni sarebbe accaduto qualcosa di grave ai sistemi informatici del governo. In particolare, riporta tra gli altri la CNN , sarebbero stati colpiti tutti i computer degli uffici che si occupano delle relazioni diplomatiche con Corea del Nord e Cina.
Alcuni giornalisti americani hanno già parlato di incursione telematica da parte di cracker alle dipendenze dei due governi asiatici. Un’ipotesi ritenuta plausibile, vista la crisi internazionale scoppiata di recente dopo il lancio di un missile a lunga gittata da parte della Corea del Nord di Kim Jong Il. Tuttavia, le fonti ufficiali del Dipartimento di Stato hanno prontamente smentito qualsiasi allarme.
“Non è successo niente e nessun sistema è stato compromesso”, hanno detto i portavoce del governo statunitense, “stiamo continuando le indagini ma fino a questo punto abbiamo rilevato soltanto alcune anomalie nel traffico di dati”. Gli specialisti di Washington DC sarebbero quindi intenti a blindare i sistemi per paura di un attacco mirato: gli esperti che stanno parlando con i giornalisti in queste ore temono che i cracker, di origine probabilmente asiatica, abbiano inserito trojan e backdoor all’interno dei server governativi.
Un vero e proprio incubo che, secondo fonti locali interpellate da Associated Press , avrebbe costretto gli Stati Uniti ad una manovra d’emergenza: nei giorni scorsi, durante i quali si sarebbe svolto l’attacco telematico, molti dipendenti pubblici del governo non hanno potuto effettuare connessioni Internet ed hanno ricevuto l’ordine di aggiornare le proprie password d’accesso . I funzionari del governo hanno quindi parlato di “reazione immediata alla minaccia” e “prontezza da manuale”, che dimostrerebbe l’affidabilità dei sistemi di sicurezza informatica utilizzati dagli USA.
Molti esperti di sicurezza del Dipartimento di Stato hanno più volte ricordato all’amministrazione Bush che la Cina e la Corea del Nord sono due grandi minacce sotto il profilo del cosiddetto “terrorismo telematico”: la Cina, in base ad alcuni studi condotti dal Pentagono , disporrebbe di un esercito di cracker pronti a colpire i centri nevralgici dei governi stranieri.
Un’analisi più profonda dello scenario e di questo ultimo episodio, tuttora avvolto nel mistero e nel segreto istituzionale, permette di tracciare una qualche continuità tra l’ impennata nei cosiddetti “furti d’identità” e le varie violazioni informatiche ai danni degli Stati Uniti. La guerra digitale non dichiarata è già iniziata?
Tommaso Lombardi