IBM non smette di affinare le capacità del suo supercomputer Watson : potrebbe incarnarsi, suggerisce il dirigente di Big Blue Bernie Meyerson, in
una applicazione di assistenza a comando vocale per smartphone.
La tecnologia tanto lesta nell’individuare le informazioni richieste da riuscire a battere i campioni del quiz televisivo Jeopardy e da misurarsi con Wall Street appare certo abbastanza avanzata per minacciare Siri, l’assistente vocale protagonista dell’ultima versione del sistema operativo di Apple iOS.
Animato da server 10 rack di server IBM Power750 a Yorktown Heigts, con una potenza di calcolo di 6mila computer, Watson è in grado di comporre diversi dati a sua disposizione e le informazioni individuate su Internet per fornire soluzioni complesse: potrebbe per esempio consigliare ad un contadino quanto piantare il grano a partire da dati geolocalizzati, trend storici e studi scientifici in materia.
Prima di mettersi però al servizio degli smartphone, IBM dovrebbe necessariamente creare un’interfaccia per Watson: dargli una voce e magari la possibilità di riconoscere immagini, in modo tale che gli utenti possano interagirvi anche scattando foto. E poi lavorare sui consumi energetici. Si tratta di un lavoro meticoloso che IBM porterà avanti non pensando, come Siri, al mercato consumer, ma a quello business.
Pur non essendo per il momento praticabile in versione mobile via app, le possibilità sembrano d’altronde davvero vaste per IBM che ha già messo Watson alla prova in diversi settori, dalla finanza alle telecomunicazioni, passando per la sanità: entro il 2013 promette per esempio che Watson padroneggerà il campo dell’oncologia, oltre ad avere la possibilità di rilevare sintomi e studiare i decorsi delle malattie.
In ogni caso, non potrà ancora formulare la risposta alla vita, l’universo e tutto quanto.
Claudio Tamburrino